San Donato: sequestrati alcuni cassonetti abusivi per la raccolta degli indumenti controllati dalla malavita
Anziché ai bisognosi, gli abiti venivano rivenduti all’estero. Il sequestro è avvenuto nell’ambito dell’inchiesta di “Mafia Capitale”
29 gennaio 2015
Gli investigatori impegnati nell’inchiesta nota come “Mafia Capitale”, che a Roma ha portato alla luce una organizzazione criminale capillare e legata alla malavita organizzata, ha toccato marginalmente anche il territorio del Sudmilano. Nello specifico, gli investigatori sono arrivati a San Donato, ricostruendo il business illegale della vendita di abiti usati destinati ai poveri che, anziché giungere a chi ne ha realmente bisogno, vengono smerciati all’estero, soprattutto in territorio albanese. Tale giro di affari, che può fruttare sino a 2mln di euro all’anno, viene principalmente gestito dalla Camorra e prevede la posa di alcuni cassonetti gialli per la raccolta delle donazioni. Tali contenitori, del tutto abusivi e privi di qualsivoglia autorizzazione, vengono collocati lungo le strade, di modo da confondersi con quelli regolari appartenenti ad associazioni e enti di carità. Le indagini della procura di Roma hanno portato nei giorni scorsi all’individuazione a San Donato di alcuni di questi cassonetti, che sono stati tutti prontamente rimossi. Allo stato attuale, quindi, su territorio sandonatese sono rimasti soltanto i contenitori gialli autorizzati, di cui i cittadini possono liberamente usufruire senza temere che gli indumenti donati possano finire nelle mani sbagliate. L’insieme più consistente di raccoglitori controllati dalla malavita organizzata sono stati individuati e rimossi dagli investigatori in Campania e nel Lazio.
Redazione Web
29 gennaio 2015