Stadio del Milan: la società rossonera sarebbe sempre più orientata a scegliere l’area San Francesco a San Donato Milanese

Lo rivela una indiscrezione de “La Gazzetta dello sport” secondo cui l’opzione Sesto San Giovanni al momento starebbe perdendo terreno. Nel mentre le associazioni ambientaliste locali hanno convocato un’assemblea pubblica ribadendo il loro secco “no” alla realizzazione della struttura, giudicata deleteria per l’impatto sul territorio

Da tempo si parla della realizzazione del nuovo stadio di proprietà del Milan e molte ipotesi sono state formulate sulla sua possibile collocazione. Ora, secondo una indiscrezione pubblicata mercoledì 7 giugno da “La Gazzetta dello sport”, tra le varie possibilità già valutate in passato dal club rossonero, il cerchio si starebbe stringendo a due opzioni, vale a dire San Donato Milanese e Sesto San Giovanni. Tra queste, sempre secondo l’autorevole quotidiano sportivo, l’ipotesi dell’area San Francesco in territorio sandonatese sarebbe al momento quella più gradita dalla società. 

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A San Donato, infatti, il nuovo impianto sorgerebbe tra l’autostrada A1 e lo svincolo che porta alla tangenziale Est, due delle arterie di grande scorrimento della città. Tale stato di cose renderebbe lo stadio non solo molto facilmente raggiungibile, ma soprattutto accrescerebbe notevolmente la sua visibilità. Con questa collocazione “strategica”, infatti sarebbero milioni gli automobilisti che, ogni anno, noterebbero lo stadio, con un conseguente grande impatto sulla visibilità della sponsorizzazione legata al nome. In tal senso, il Milan seguirebbe la strategia adottata dal Bayern Monaco con l’Allianz Arena di Monaco di Baviera, costruita proprio a ridosso dell’autostrada. Tra gli ulteriori punti a favore dell’opzione sandonatese, “La Gazzetta dello sport” cita altresì l’accesso diretto dalla tangenziale e la possibilità di raggiungere lo stadio anche con metropolitana e ferrovia. L’obiettivo della proprietà milanista sarebbe quello di inaugurare il nuovo impianto tra il 2028 e il 2029, per festeggiare così nel migliore dei modi il 130° anno di fondazione. 

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La possibilità che il Milan crei a San Donato il proprio centro sportivo ha tuttavia suscitato forti perplessità da parte di un gran numero di residenti, nonché la secca opposizione delle associazioni ambientaliste locali, prime fra tutte GreenSando e il WWF Sud Milano. Secondo queste ultime, infatti, si andrebbe incontro a un vero e proprio scempio ambientale, con un impatto devastante sul territorio in materia di consumo di suolo e aumento del traffico veicolare, con un incremento esponenziale delle emissioni di Co2 dell’ambiente. 

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A tal proposito, martedì 6 giugno i due sodalizi ambientalisti hanno organizzato un’assemblea pubblica in aula consigliare, ribadendo la propria contrarietà ad un’operazione osteggiata sin dalle prime ipotesi circolate nei mesi scorsi sulla possibile opzione sandonatese. Al convegno hanno preso parte anche Paolo Pileri, docente di pianificazione urbanistica al Politecnico di Milano e Arianna Azzellino, docente di valutazione di impatto ambientale al Politecnico di Milano.

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«Siamo contenti che la serata sul tema Stadio a San Donato, e più in generale sull'importanza del suolo e della sua difesa e preservazione, abbia attratto così tante personecommentano a riguardo gli esponenti di GreenSando -. Contenti per essere riusciti a trasferire ai più che la tutela del territorio e del paesaggio porta solo benefici alle nostre comunità. Di aver condiviso e dimostrato con numeri e fatti quali siano le criticità di una simile opera sull'area di San Francesco e a quali rischi andiamo incontro tutti noi se lo stadio venisse davvero realizzato. Sappiamo che ciò non basta per evitare uno scempio dal quale non si torna più indietro, ben consci di essere Davide contro Golia. Ma ci crediamo. E questa è la nostra forza. Insieme a WWF Sud Milano ringraziamo enormemente tutti i relatori che sono intervenuti durante la serata, fornendo contributi di grande spessore».