La Lucchini-Artoni rimane a Segrate. «Non finisce qua» assicurano i cittadini

Consiglio Comunale all'insegna del dibattito: maggioranza versus opposizione sul futuro della Lucchini-Artoni

È bene dire subito le cose come stanno: tutto si è risolto con un nulla di fatto o, per meglio dire, nulla si è risolto. Le due interrogazioni proposte, una mossa dal consigliere Paolo Micheli di Segrate Nostra, l’altra, dalle consigliere Radaelli e Carrieri del Pd, hanno scatenato un dibattito acceso. Entrambe chiedevano di fare chiarezza sulle rilevazioni fatte nelle ultime settimane. Nel frattempo, al piano superiore dell’Aula consigliare, il pubblico non ha mai calato l’attenzione, ed è più volte intervenuto nel dialogo tra consiglieri e assessori.

Vediamo quali sono le novità. In merito alla dannosità o meno dei miasmi maleodoranti emessi dall’azienda, l’assessore all’Ambiente Orrico ha assicurato che, da quanto emerge dalla relazione fornita da Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente), i valori rilevati sono tutti compatibili con i limiti previsti dalla legge. L’Assessore ha precisato, inoltre, che è stato chiesto all’Agenzia di effettuare ulteriori indagini, ancora più mirate, circa le esalazioni provenienti dall’azienda.

L’Amministrazione, poi, si è pubblicamente impegnata a verificare che la Lucchini-Artoni provveda entro trenta giorni alla rimozione dei cumuli di rifiuti, che potrebbero essere la causa dei disturbi di salute accusati dai cittadini. Secondo l’Assessore, anche il distributore di carburante interno all’azienda ha cessato la sua attività e sarà presto rimosso.

Secondo Liliana Radaelli, però, non è sufficiente valutare i dati offerti dalla rilevazione dell’Arpa. «Il primo dato da valutare – ha dichiarato la Consigliera – sono i sintomi accusati dai cittadini. Solo con la delocalizzazione dell’azienda in un’area più consona e all’aria aperta, la situazione potrebbe migliorare». È proprio su questo argomento che la maggioranza e l’opposizione si sono trovate in completo disaccordo. Infatti, da una parte, la minoranza ha chiesto, inutilmente, che l’azienda venisse delocalizzata in un altro Comune. Dall’altra parte, la maggioranza ha difeso i lavoratori dell’azienda (circa un centinaio, sembra) e ha manifestato la correttezza delle proprie scelte e responsabilità anche perché, a suo dire, non può e non deve comportarsi da “scaricabarile”.

La mozione con cui si chiedeva la delocalizzazione della Lucchini-Artoni è stata quindi bocciata con quindici voti contro, due astenuti e undici favorevoli.

Dal pubblico sono arrivate parole grosse. «Non finisce qua! – ha urlato qualcuno –. Ci ritroverete nelle strade a protestare!», ha assicurato qualcun altro mentre, desolato, abbandonava l’aula.


Susanna Tosti