Spento il fuoco, restano accese le polemiche per la Lucchini Artoni
Estate a dir poco bollente per l’azienda segratese Lucchini Artoni, ancora al centro di forti polemiche.
A un solo giorno dalla ripresa delle lavorazioni notturne, sospese dalla scorsa estate, un incendio è divampato nelle prime ore del pomeriggio del 26 luglio. L’allarme è partito dai residenti che hanno visto alzarsi dal bitumificio un’intensa colonna di fumo. L’incidente ha momentaneamente compromesso la possibilità di proseguire gli accertamenti richiesti da Arpa – previsti dal 25 al 31 luglio, riprogrammati poi dal 3 al 9 agosto – per rilevare il livello di decibel prodotto dalle lavorazioni. L’azienda aveva ripreso la normale attività in orario diurno nel mese di aprile dopo che il Tar aveva sospeso l’ordinanza di chiusura emessa dal Comune, da subito criticata dall’opposizione. «Il testo è troppo “debole” per resistere a un ricorso dell’azienda», queste le parole di Paolo Micheli (Segrate Nostra). Detto, fatto. Il Tar, infatti, ha ritenuto l’ordinanza “gravissimo pregiudizio per la ricorrente e l’ha definita misura sproporzionata rispetto al danno dalla stessa prodotto”, rimandando udienza e giudizio a gennaio 2014. Così, dopo una estate torrida a finestre chiuse per l’odore insopportabile, almeno in base alle testimonianze raccolte da numerosi residenti, vicini alla Lucchini Artoni, l’incubo è che gli accertamenti fatti siano serviti per autorizzare definitivamente anche le lavorazioni notturne.