Ultimo miglio, terremoto ad Amazon Italia Transport, la Procura contesta frode fiscale e caporalato digitale, sequestrati 120 milioni
Per i pm, il formale rapporto giuridico con i fornitori dissimula una illecita somministrazione di manodopera. In realtà, esiste un'unica entità economica gestita da AIT, che esercita poteri direttivi e di controllo sul personale delle consegne, anche sotto le denominazioni di Amazon Logistics o Amazon Prime

Secondo il Corriere.it, oltre 120 milioni di euro sono stati sequestrati oggi ad Amazon Italia Transport srl (AIT) dalla Procura di Milano. L'accusa riguarda una frode fiscale legata all'eterodirezione digitale dei lavoratori incaricati da Amazon delle consegne dell’«ultimo miglio», ovvero quelle dal magazzino alla destinazione scelta dal cliente. La Procura di Milano definisce il fenomeno come «caporalato digitale», puntando il dito contro l'uso di algoritmi per gestire corrieri non direttamente dipendenti, ma appartenenti a cooperative.
Il software padrone
«Diventa artefice del tuo successo: se hai sempre voluto creare e dirigere un team, avvia la tua attività come fornitore di servizi di consegna Amazon, per aiutarci a consegnare sorrisi ai clienti di tutta Italia»: così recita il «DSP Program» di Amazon, che invita gli imprenditori a investire da 10mila a 25mila euro per creare una società a responsabilità limitata con la quale avviare la consegna dei pacchi nell’«ultimo miglio». Tuttavia, chi per Amazon si occupa di queste consegne non dirige se stesso, ma è controllato dal software gestionale di AIT-Amazon Transport srl. Questo software organizza il lavoro dei corrieri e dei fornitori, esercitando un controllo diretto sulla corretta esecuzione delle direttive.
Il meccanismo delle cooperative
AIT non assume direttamente i corrieri, che formalmente sono dipendenti di cooperative, le quali fatturano ai consorzi-filtro che a loro volta fatturano ad Amazon. Secondo la Procura, le cooperative di secondo livello sono spesso coinvolte in irregolarità fiscali e contributive. «Del conseguente fraudolento risparmio in termini di carico fiscale e contributivo si avvantaggia chi sta al vertice della struttura piramidale», affermano su il Corriere.it i pm Valentina Mondovì e Paolo Storari. Amazon Italia Transport srl beneficia così di prezzi competitivi grazie a questo meccanismo di eterodirezione digitale.
La configurazione illecita
Per la Procura, il formale rapporto giuridico con i fornitori dissimula una illecita somministrazione di manodopera. In realtà, esiste un'unica entità economica gestita da AIT, che esercita poteri direttivi e di controllo sul personale delle consegne, anche sotto le denominazioni di Amazon Logistics o Amazon Prime. Questa organizzazione è stata anche sanzionata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e confermata dal Tar Lazio per aver esercitato attività postali senza autorizzazione.
Le sanzioni e le indagini
Il sequestro preventivo di 120 milioni di euro è giustificato dal fatto che Amazon Italia Transport srl continua ad avere lo stesso tipo di rapporti con i fornitori critici anche nel 2023, generando ulteriori 30 milioni di IVA potenzialmente problematici. Inoltre, non risultano adottate misure per interrompere il meccanismo fraudolento. Tre manager sono indagati per le dichiarazioni dei redditi incriminate, e la società è indagata in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle imprese.
Indagini parallele
Anche la Procura di Torino, con il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e la pm Giulia Marchetti, ha avviato accertamenti analoghi, effettuando perquisizioni presso commercialisti, consulenti e imprenditori collegati a serbatoi di manodopera in rapporti con Amazon, Gls e Sda.