Peschiera, Consultorio Famigliare in via 2 Giugno, 9 domande al sindaco Molinari per vederci chiaro

Mara Chiarentin gia assessore alla Pubblica Istruzione (2004-2009) della Giunta Tabacchi in una lettera aperta al primo cittadino ricostruisce la vicenda che ha portato all’assegnazione degli spazi comunali

I negozi comunali che ospiteranno il Consultorio famigliare

I negozi comunali che ospiteranno il Consultorio famigliare

La planimetria del progetto

La planimetria del progetto

Lettera aperta al sindaco di Peschiera Borromeo Caterina Molinari

Dopo aver letto sui giornali di giugno (Infolio e PeschieraInforma) gli articoli in merito alla prossima apertura del Consultorio negli ex negozi di via 2 giugno di proprietà del comune, da cui si evince che gli oneri per la riconversione di quegli spazi sono stati tutti a carico del comune, mentre la gestione del consultorio familiare sarà affidata per 18 anni alla Fondazione Centro per la Famiglia, mi sono ulteriormente documentata, perché vi era qualcosa che stonava nell’enfasi con cui veniva data la notizia.

Ecco allora una breve storia e qualche domanda.
Nella primavera del 2017 il comune di Peschiera decide che nei locali di sua proprietà in via 2 giugno, prima destinati a negozi, avrebbe trovato sede un Consultorio Familiare (delibera n. 94 del 5 aprile 2017).
Nel novembre 2017 viene conferito l’incarico ad un professionista per la progettazione degli spazi, per un importo di circa € 28.000,00; tale progetto viene approvato dalla Giunta nel settembre 2018.
Nel novembre 2018, con avviso di manifestazione d’interesse, vengono individuate le ditte interessate ai lavori e nel gennaio 2019 viene bandita la gara per la ristrutturazione completa degli spazi per un importo pari a € 215.000,00 euro (sempre a carico della collettività); il 15 maggio 2019, con un post su Facebook l’Amministrazione informa dell’inizio dei lavori di ristrutturazione , che sono tuttora in corso e che termineranno in autunno.
Nel frattempo, il 5 marzo 2019 con delibera n. 47, la Giunta Comunale decide di procedere con urgenza alla individuazione del soggetto a cui affidare la gestione del consultorio:
Adotta una procedura che prevede la dichiarazione di interesse da parte di chi si ritiene in grado di svolgere quella attività.
Decide la durata della concessione: 9 anni più altri 9 anni cioè 18 anni in totale e un canone di affitto molto calmierato, pari a quello che si chiede alle associazioni no profit.
• Chiede a chi si propone di essere un ente riconosciuto e accreditato presso la Regione Lombardia, una generica disponibilità a fornire ulteriori servizi (da definire in un secondo momento) e di farsi carico delle spese di manutenzione straordinaria e ordinaria più le utenze.
Nella stessa delibera viene indicato il funzionario che deve procedere a dar corso immediatamente alla delibera, poiché se ne è dichiarata la immediata eseguibilità e quindi non è necessario attendere che la delibera, per essere esecutiva, resti per 15 giorni affissa all’albo pretorio.
Infatti il 6 marzo 2019 viene pubblicato sul sito del comune e su SINTEL l’avviso esplorativo per manifestazione d’interesse per la gestione del Consultorio che prevede l’invio delle candidature entro 18 marzo 2019 e la possibilità di procedere direttamente anche nel caso di una sola proposta.
Entro il 18 marzo 2019 arriva una sola candidatura: quella della Fondazione Centro per la Famiglia; il 19 marzo 2019 viene formalizzato il canone d’affitto di euro 2.650 annui (più spese) per 18 anni per 316 mq. Nei giorni successivi viene valutata congrua la proposta di servizi aggiuntivi fornita dalla Fondazione e finalmente il 17 aprile 2019 con determina n. 324 viene assegnata la gestione del consultorio familiare alla Fondazione centro per la famiglia.
Alcune domande:
1)Perché la delibera 47 del 5 marzo 2019 è stata fatta con carattere d’urgenza?
2)Dove stava l’urgenza visto che i lavori non erano ancora iniziati in quella data e che ancora adesso non sono terminati?
3)Perché la concessione prevede 18 anni?
Non sono previsti oneri di ristrutturazione a carico del gestore tali da ricompensarlo con tempi lunghi di concessione per l’ammortamento delle spese fatte, poiché la predisposizione di spazi idonei è in corso a cura dell’Amministrazione (circa € 240.000,00 tra progetto di riqualificazione e opere murarie di ristrutturazione).
4)Perché, nella manifestazione di interesse, non sono stati definiti con chiarezza quali fossero i servizi aggiuntivi richiesti, né quali fossero i servizi che si ritenevano necessari?
5)
Perché è stato deciso di procedere all’assegnazione anche con una sola candidatura pervenuta?
6)Perché il comune ha rinunciato ad avere più offerte? I tempi così ristretti e la modalità adottata sembrano poco rispondenti alla necessità di allargare la platea dei partecipanti e a garantire così l’individuazione dell’ente gestore migliore per la comunità. Si tratta di servizi complessi, molte sono le associazioni riconosciute e convenzionate con la Regione Lombardia che operano da tempo in questo ambito, e sarebbe stato opportuno procedere ad un’ampia diffusione dell’invito proprio per avere il meglio.
La legge prevede che per la concessione di un bene pubblico per un periodo così lungo, si debba procedere garantendo il massimo di trasparenza nella pubblicazione degli atti onde evitare l’eccessiva discrezionalità nell’assegnazione.
7)Perché si è proceduto in senso contrario (pochi giorni e poca pubblicizzazione)?
8)Come sarà possibile adottare il criterio della rotazione richiesto dall'Autorità nazionale Anticorruzione se la concessione è stata affidata per la durata di anni 9 con possibilità di rinnovo per ulteriori 9 anni, ovvero per un totale di 18 anni?
9)Perché nelle dichiarazioni del Sindaco, citate dal Infolio del 21 giugno, si parla di gratuità dei servizi per i Cittadini di Peschiera? In nessun atto pubblico risulta traccia di questa gratuità.
Mi auguro che le risposte che arriveranno saranno tali da dissipare ogni mio dubbio e perplessità.
Buona giornata,

Mara Chiarentin

L?articolo sul Giornale comunale sull'argomento

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