Fusco critica le procedure e la gestione degli impianti autovelox di Città Metropolitana di Milano

La Lega metropolitana ha chiesto al Sindaco Sala di relazionare al Consiglio metropolitano sull'argomento e di valutare la revoca in autotutela della procedura stessa poiché non rientrerebbe né nell’ambito della concessione di servizi né in quello del partenariato

Ettore Fusco

Ettore Fusco Consigliere di Città Metropolitana di Milano e Vicesindaco di Opera

Milano, mercoledì 16 dicembre 2020. Ettore Fusco membro leghista del Consiglio di Città Metropolitana di Milano ed ex sindaco di Opera contesta a Beppe Sala  la gara da 135 milioni di euro a base d’asta sugli autovelox. La Lega metropolitana ha chiesto al Sindaco di relazionare al Consiglio metropolitano in merito alla procedura di affidamento in concessione dell’installazione e gestione degli autovelox sulle strade della ex Provincia. Con un’interpellanza, il capogruppo leghista Ettore Fusco, ha chiesto di valutare la revoca in autotutela della procedura stessa poiché questa, a suo dire, non rientrerebbe né nell’ambito della concessione di servizi né in quello del partenariato, trattandosi invece di un appalto di servizi e quindi con regole e procedure differenti e soprattutto più trasparenti ed aperte.

«Continua la gestione dubbia degli autovelox - spiega Ettore Fusco - che si sono rivelati essere uno strumento per fare cassa, tanto diabolico quanto efficace, nelle mani di palazzo Isimbardi che, anziché investire in sicurezza stradale, manutenzioni e nuove infrastrutture, pensa solo a mantenere una struttura elefantiaca ed inutile, visto anche come è stata ridotta dal Governo Renzi e dalla famigerata legge Delrio, provvedendo a rimpinguare le casse vuote con strumenti posizionati in luoghi dove questi possano trasformarsi in vere e proprie miniere d’oro con una quantità incedibile di sanzioni erogate».

A quanto si legge su un comunicato inviato dal Gruppo politico di Ettore Fusco: «La contestazione di Fusco a Sala non è però quella tradizionale legata alla quantità ed alla scelta dei luoghi dove installare gli autovelox usando come criterio la facilità di sanzionare ed abbassando peraltro il limite di velocità, a 70 chilometri orari in tratti a due corsie per senso di marcia con spartitraffico come nell’ultima vicenda relativa alla Valtidone nel comune di Opera. Al Sindaco metropolitano, infatti, si fa notare che la redditività del servizio e la sua stessa natura, priva di rischi d’impresa per il gestore, non sarebbe compatibile con le regole semplificate di un project financing e quindi Città metropolitana dovrebbe procedere con una regolare, quanto aperta e trasparente, gara d’appalto pubblica».

«Sala deve annullare in autotutela gli atti già formalizzati - aggiunge Fusco - perche in questa procedura non si riscontra l’interesse per l’Ente che deve bandire una regolare gara pubblica, aperta a tutte le aziende del settore, in modo tale che si possano ottenere notevoli benefici e vantaggi sia in termini economici, con offerte sicuramente più vantaggiose di quella concordata con la società del project, sia con migliorie attraverso forniture di servizi e innovazioni tecnologiche grazie a una platea più ampia di partecipanti».

La segreteria del Consigliere Fusco fa sapere che: «Nel partenariato tra pubblico e privato, il cosiddetto project financing, l’Ente che trae beneficio dal risparmio su progettazione e gestione in economia, valuta una proposta del privato mettendola in gara lasciando al proponente il diritto di prelazione sull’esito della gara stessa a cui, evidentemente, non vi è molto interesse a partecipare (le gare costano) e quindi il proponente, con il diritto di prelazione, partecipa con un ribasso simbolico e vantaggioso solo per se stesso visto che, comunque, in caso di ribassi maggiori da parte di altri avrebbe il diritto di prelazione con il ribasso ritenuto più conveniente. Ma proprio per la natura della procedura ed i costi per parteciparvi, visto che sono comunque necessari studi e progetti nei tempi ristretti delle gare, non ci sono generalmente altri concorrenti».

«Non è un Project questo, perché non c’è l’interesse pubblico e non ci sono prestazioni da rendere agli utenti di un mercato – conclude Fusco - bensì un’attività da esercitare in favore dell’amministrazione committente che non porrebbe a carico del privato alcun rischio di mercato, trattandosi di sanzioni, pertanto non è corretto procedere con una procedura che, seppure utile per altri contesti, si rivelerebbe un danno per Città metropolitana e quindi per i contribuenti. Sala revochi subito la procedura e proceda con una gara d’appalto aperta che garantisca offerte migliori sia dal punto di vista economico che tecnologico. Valuti infine l’opportunità di trasmettere tutto alla Magistratura, visto che non ha certamente gestito lui in prima persona la procedura, ai fini di una valutazione sotto il profilo contabile e penale».