Profondo rosso, la crisi politica a Opera sancisce il fallimento del centro sinistra: dimissioni della sindaca e scioglimento del Consiglio comunale
La sindaca Barbara Barbieri e il gruppo di maggioranza lasciano il governo cittadino, tra tensioni politiche e accuse reciproche

Barbara Barbieri
La cittadina di Opera si trova a dover affrontare una crisi politica senza precedenti. L '11 ottobre 2024 la sindaca Barbara Barbieri ha annunciato ufficialmente le sue dimissioni, segnando la fine prematura della sua amministrazione. Le sue parole non lasciano spazio a interpretazioni ambigue: «Il mio mandato si conclude prima del suo naturale compimento», ha affermato con un tono misurato ma carico di amarezza, sottolineando come l’impossibilità di ricostituire la maggioranza abbia reso inevitabile questa scelta.
Le dimissioni della sindaca arrivano pochi giorni dopo quelle, già annunciate il 25 settembre, di una parte significativa del Consiglio comunale. Tra i consiglieri che hanno scelto di lasciare ci sono Barbara Barbieri stessa, Luca Cartellio, Laura De Biasio, Emilio Guastamacchia, Paolo Piffer, Vanna Ravazzoli, Marinella Setti e Alessandro Virgilio. Tutti hanno giustificato la loro decisione sostenendo che fosse «per il bene di Opera», nonostante le difficoltà amministrative in corso.
La caduta dell’amministrazione guidata dal centrosinistra rappresenta un epilogo amaro per un progetto politico nato nel 2021, con l’elezione della Barbieri a sindaca. Tre anni di lavoro che, pur ricchi di sfide e soddisfazioni, non sono riusciti a risolvere la complessa eredità lasciata dalle precedenti amministrazioni di centrodestra. Come ricorda la Barbieri, i precedenti governi della città erano stati segnati da episodi gravi, come l’arresto dell’ex sindaco Nucera per reati penali. Questo ha creato un contesto amministrativo difficile da risanare e le speranze di un cambiamento rapido sono state inevitabilmente frustrate.
L'origine della crisi si trova nelle dimissioni del gruppo consiliare OperAttiva, composto da sei rappresentanti della sinistra, inclusi quattro consiglieri civici e due di Sinistra Italiana, eletti nella lista Futura. La sindaca non ha esitato a esprimere la sua delusione per la scelta di questo gruppo: «Si erano costituiti a parole quale forza a sostegno della mia Giunta, ma hanno deciso di rassegnare le dimissioni rendendo impossibile il prosieguo dell’Amministrazione».
La Barbieri ha puntato il dito contro le ambizioni politiche e i giochi di potere che, a suo avviso, hanno minato il suo governo. Secondo la sindaca, i consiglieri dissidenti e il centrodestra hanno utilizzato «attacchi personali e politici» per sabotare il suo lavoro. L'accusa principale che le è stata mossa è quella di immobilismo e incapacità amministrativa, ma la Barbieri ha risposto con fermezza, sostenendo che «nessuno possiede la bacchetta magica» per risolvere problemi strutturali così radicati in soli tre anni di governo.
Alla base delle dimissioni, inoltre, ci sarebbero anche ragioni personali che hanno aggravato una situazione già delicata. Il Partito Democratico di Opera e i consiglieri comunali di Futura hanno confermato questa versione, affermando che «la situazione era diventata insostenibile» dopo l'uscita dalla maggioranza di sei