Opera, amministrative 2025: intervista a Fabiana Di Pino, candidata della lista civica “OperaPrima”

«Opera ha bisogno di una persona presente, che conosca la realtà da vicino»

Fabiana Di Pino

Fabiana Di Pino

Manca poco alle amministrative del comune di Opera (MI), che si terranno il 25 e 26 maggio 2025, alle quali concorrono tre candidati. Tra questi c’è Fabiana Di Pino, per la lista civica “OperaPrima”, lontana dalle logiche dei partiti tradizionali.

Perché ha deciso di candidarsi?
«Dopo più di vent’anni di lavoro all’interno del Comune di Opera, ho sentito il bisogno di restituire ciò che ho ricevuto: un senso profondo di responsabilità verso la mia città. Conosco le persone, i problemi e le risorse di questo territorio. Ma soprattutto conosco a fondo la macchina comunale: solo lavorandoci dentro si possono comprendere davvero le dinamiche, le difficoltà strutturali e ciò che va cambiato».

Quali sono, secondo lei, le priorità per migliorare la macchina comunale anche alla luce dei due commissariamenti?
«La priorità assoluta è ricostruire la struttura interna del Comune: oggi mancano figure chiave nei settori tecnici e amministrativi, e questo blocca l’efficienza dell’intero ente. Dobbiamo assumere personale qualificato, definire una macro-organizzazione stabile per tutta la durata del mandato, ristabilire un clima sereno tra politica e dipendenti, e garantire direttive chiare. Senza una macchina che funziona, ogni progetto resta sulla carta».

E quali, invece, quelle dei cittadini?
«I cittadini vogliono servizi concreti. Una città pulita, scuole che funzionano, strade curate, trasporti accessibili, più sicurezza. Ma il punto non è cosa chiedono, è chi li ascolta davvero. Sono convinta che farlo senza una bandiera politica ci permetterà di essere davvero vicini alle persone. Più concreti, più inclusivi e più attenti ai bisogni di tutti».

Quali sono le principali problematiche che ha riscontrato in città?
«La città vive una profonda disorganizzazione: dai cantieri incompleti alle carenze nei servizi essenziali, passando per la trascuratezza del verde e delle strutture pubbliche. Ma il problema più grande è l’assenza di un’amministrazione che sappia programmare e portare a termine gli impegni presi».

 Il tema dei trasporti è uno di quelli che interessano i cittadini; saltato il progetto dell'S13, quali sono le vostre idee per migliorare i collegamenti e dove reperire i fondi?
«Lavoreremo per rafforzare il trasporto pubblico locale, attivando un dialogo concreto con Città Metropolitana e il Comune di Milano. Vogliamo intensificare i collegamenti con Milano e con i comuni limitrofi. I fondi possono essere reperiti attraverso bandi regionali ed europei, ma serve una struttura comunale in grado di progettare e partecipare a queste opportunità».

Altro tema importante è quello dei medici di base, come intendete gestire la carenza sul territorio?
«Progetteremo, insieme al terzo settore, uno spazio dedicato ai medici di base nei locali di via Mazzini, già individuati come idonei. Vogliamo creare una rete sanitaria territoriale più solida, che non lasci indietro nessuno, soprattutto gli anziani e chi ha difficoltà a spostarsi».

È necessario l'incremento di agenti di Polizia Locale sul territorio? Con quali fondi intendete coprire le nuove assunzioni?
«Sì, è necessario. L’attuale organico è insufficiente, e la mancanza di presidio si sente, soprattutto la sera e nei festivi. Vogliamo ripristinare il pattugliamento nelle fasce più critiche, e per farlo occorrerà investire in nuove assunzioni, attingendo ai fondi del bilancio comunale e partecipando a bandi specifici per la sicurezza urbana».

Quali progetti avete per il Palazzetto dello Sport e come intendete sovvenzionarli?
«La priorità è ultimare i lavori, in stallo da anni. Intendiamo avviare un dialogo con il costruttore per sbloccare la situazione, affiancandoci a legali e tecnici. Per la gestione, attiveremo una procedura di partenariato pubblico-privato a iniziativa pubblica. Vogliamo che il Palazzetto diventi un punto di forza per la città, uno spazio vivo, accessibile, aperto alle associazioni sportive di Opera ma anche capace di attirare realtà e persone da fuori».

Quali i primi interventi in tema di politiche sociali, sport e cultura? «Nel sociale, riapriremo lo sportello stranieri e attiveremo uno spazio dedicato ai medici e al supporto per i cittadini più fragili. Per i giovani, il nostro obiettivo è riattivare il polifunzionale come vero centro di aggregazione: aiuto compiti, eventi, attività serali. Vogliamo garantire ai ragazzi almeno un luogo che resti aperto anche la sera con attività pensate per loro, uno spazio accogliente e sicuro dove potersi ritrovare. Un punto di riferimento stabile, senza la necessità di doversi spostare fuori città. Sul fronte culturale, puntiamo sulla biblioteca e sulla ristrutturazione del Cinema Teatro Eduardo. Lo sport sarà sostenuto con attenzione alle società locali e alla fruibilità degli impianti per tutti».

Elisa Barchetta