Centri estivi comunali e inclusione: un’assenza che a Melegnano si fa sentire

Tanti disagi per le famiglie che sono obbligate a rivolgersi a centri privati o a quelli dei comuni limitrofi, se non addirittura a quelli di Milano

Il tema della disabilità è un tema delicato e non è sufficiente ricordarsene solo nella Giornata internazionale delle persone con disabilità o in quella delle malattie rare. Le persone con disabilità hanno necessità specifiche in tutto l’arco della loro vita e le loro famiglie non possono essere lasciate sole a gestire tutto. Certamente esistono numerose associazioni che si occupano di supportare queste famiglie, ma non è pensabile che possa essere tutto delegato a queste realtà. Le istituzioni locali sono le prime a dover affrontare le istanze provenienti da questi nuclei familiari, poiché sono le più vicine a loro. L’esempio dei centri estivi comunali a Melegnano è solo uno dei tanti, ma è centrale per le famiglie di quei bimbi che non possono frequentare in autonomia le attività e che necessitano di un sostegno adeguato sia in termini professionali che di tempo loro dedicato.
«Ritengo sia un bisogno fondamentale, indispensabile, un Sacrosanto Diritto investire, garantire servizi e personale qualificato e tutto ciò che concerne l’occuparsi nel modo più amorevole e corretto di questi bimbi, aiutando indirettamente anche i genitori alleggerendo il macigno psicologico che inevitabilmente si portano dentro – scrive una mamma in una lettera che ci è pervenuta –. Creare e dare spazio giusto con le dovute strutture e con operatori mirati per un inclusione fatta col cuore, un inclusione con la lettera I maiuscola. Per un inclusione fatta di FATTI e non solo di parole che spesso rimangono vuote».
E la mancanza di fondi non può essere l’unica risposta possibile. Lo sa bene un’altra mamma che per anni ha cercato di avere adeguato sostegno per sua figlia ricevendo invece scarsa continuità del servizio; con una frequenza per solo un mese, per quattro ore al giorno e con personale non qualificato per le necessità educative della ragazza:
«Da qualche anno sul territorio del Comune di Melegnano non è più presente un centro estivo comunale – scriveva già in una lettera del 2019 – come non è presente un centro estivo che rientri nelle caratteristiche richieste da ASSEMI per essere riconosciuto “centro accreditato”, senza questo accreditamento il Comune non invia assistenza educativa».
Senza contare poi il costo aggiuntivo che le famiglie devono sostenere, essendo praticamente  obbligate a rivolgersi a centri privati o a quelli dei comuni limitrofi, se non addirittura a quelli di Milano. Con tutte le difficoltà che questo comporta in termini di organizzazione e spostamenti. Tutti elementi che incidono negativamente sulla vita di queste persone, che si ritrovano al termine dell’anno scolastico senza sapere se potranno contare su un servizio idoneo per i propri figli e che spesso devono fare veri e propri salti mortali per poter garantire loro un’educazione adeguata. Paradossalmente «la situazione è migliorata col Covid – ci dicono due mamme raggiunte telefonicamente – adesso i nostri figli possono frequentare, anche se soltanto per un mese, almeno per tutta la giornata. Solo che per avere la copertura educativa la richiesta va fatta tre mesi prima ed è necessario comunque insistere con il Comune per poter avere il servizio di un educatore».
Se si vuole garantire continuità a questi bambini e ragazzi, se si vuole davvero che ci sia inclusione, è compito delle istituzioni muoversi con tempistiche adeguate e prevedendo costi calmierati per fare in modo che le famiglie possano avere la sicurezza che i propri figli siano seguiti da personale qualificato, per tutti i mesi estivi e per tutta la giornata come per tutte le altre famiglie. È un obbligo, questo, che le istituzioni hanno nei confronti di tutta la loro comunità e soprattutto nei confronti di coloro che si trovano in una situazione di maggior necessità.
«Trovo sia assurdo che in una bella città come la nostra – scrive ancora la prima mamma –, non ci sia la sicurezza e la garanzia di permettere, soprattutto alla fine dell’anno scolastico, di avere la serenità e la tranquillità da parte di un genitore di poter avere la certezza che qualcuno ha pensato ai loro figli, in quanto figli di un domani, in quanto bimbi che oggi, se ci fossero risposte adatte alle loro esigenze sarebbero sicuramente migliori un domani».

Elisa Barchetta