Peschiera, famiglia in strada, per l’Assessore non ci sono soluzioni: «bando pubblico o contributo». Negato ancora l'incontro con il Sindaco.

Ogni giorno dopo aver dormito nella sua auto Yahia Jaghl parte da Peschiera, fa la spola con Milano e Cologno Monzese per portare i figli ospiti di amici a scuola a Peschiera, il pomeriggio fa il percorso inverso. Uno dei comuni più ricchi d’Italia che assiste a tutto ciò con indifferenza.

La famiglia Jaghle e nel riquadro l'assessore Beatrice Rossetti con delega aiServizi Sociali

La famiglia Jaghle e nel riquadro l'assessore Beatrice Rossetti con delega aiServizi Sociali La famiglia Jaghl , si è ricongiunta in Italia nel 2013 a seguito dello scoppio della guerra in Siria Usufruiscono della Protezione internazionale come rifugiati. La prima figlia frequenta le scuole superiori a Milano, gli altri tre figli l'Istituto Montalcini di Peschiera Borromeo.

«Vi scongiuro, date una possibilità a me e alla mia famiglia»

Dopo aver perso la sua casa, Yahia Jaghl, un siriano che vive in Italia da 1996 e a Peschiera dal 2003, è costretto a dormire in macchina da 11 giorni. «Vi scongiuro, date una possibilità a me e alla mia famiglia», questo il suo grido di dolore che cade nel vuoto. La sua storia parla di una famiglia, padre, madre e quattro figli minorenni, con una grande dignità. Davanti alle difficoltà di salute prima del padre e poi dell’ultimo figlio, hanno fatto quadrato, hanno perso la casa ma l’uomo è riuscito a saldare il debito con l’Istituto di Credito che aveva erogato il mutuo sul piccolo immobile di Canzo. 40 metri quadri dove la famiglia risiedeva fino al 20 gennaio perché costretti a lasciare la loro residenza. 15 anni di rate pagate con enormi sacrifici perse. Yahia ha un lavoro a tempo indeterminato e sarebbe in grado di pagare un affitto, ma non riesce a trovare una sistemazione alternativa. Lo ha spiegato lui stesso: «Rispondo a tutti gli annunci di casa, ma niente da fare. Non troviamo nessuno disposto a darci in locazione un immobile?». Lunedì 30 gennaio ha incontrato l’assessore Beatrice Rossetti e gli assistenti sociali presso il Municipio di Peschiera, appuntamento ottenuto in seguito alla visita di  giovedì 26 gennaio, nella quale, con tutta la famiglia che beneficia dello Status di rifugiati di guerra, aveva stazionato nella reception comunale, chiedendo sottovoce e con estrema educazione di vedere il Sindaco o il Vicesindaco. Sia il primo cittadino che il suo vice in qual frangente non incontrarono la famiglia Jaghl. «Il signor Yahia è in carico ai servizi sociali da anni – ha dichiarato a Il Giorno l’assessore Beatrice Rossetti – e capiamo la sua situazione. Purtroppo ci sono molti casi come il suo, stiamo facendo tutto il possibile».
Nell’incontro, l’assessore Rossetti ha ribadito la posizione del Comune pe rl'emergenza abitativa, un aiuto economico per il canone di locazione e nient’altro. Il Comune ha anche dato al 55enne siriano, appuntamento al giorno dopo (oggi Ndr) per aggiornamenti. Secondo quello che ci ha raccontato
Yahia Jaghl, si prospettava una  lontana via di uscita, per la quale si era reso disponibile ad accollarsi gli oneri di sgombro e pulizia. Invece oggi nuova doccia gelata per la famiglia con quattro figli dai 9 ai 15 anni, l’assistente sociale ha telefonato a Yahia Jaghl chiedendo di interessarsi se, la malattia dell’ultimo figlio potesse contemplare lo status di “invalido civile” in modo che nel bando di assegnazione delle case popolari la famiglia avesse un punteggio migliore. L’uomo si è informato recandosi nelle sedi competenti, verificando che la tipologia di asma della quale soffre il piccolo Mohamed non è ritenuta invalidante. Circostanza confermata telefonicamente anche dal medico interpellato, direttamente all’assistente sociale. Yahia così nel primo pomeriggio invia una email spiegando all’assessore Rossetti la giornata, e aggiunge: «Volevo chiederle gentilmente, se lei mi permette di parlare insieme a lei e al signor sindaco perché non riesco più a fare 5 viaggi al giorno per i miei figli a scuola». L’assessore Rossetti risponde ribadendo per l’ennesima volta le risposte già fornite: «Come le ho spiegato ieri, l’unico modo per avere una casa è tramite il bando pubblico che viene fatto due volte all’anno. Non decidiamo noi ma ci sono dei criteri di valutazione stabiliti dalla legge che non possiamo modificare. L’unica possibilità è continuare a cercare un appartamento in affitto e noi siamo disponibili a darle un contributo. Entro un mese avvieremo un nuovo progetto che si chiama Agenzia per l’abitare e sicuramente potrà esserle di aiuto nella ricerca. Anche parlando con il sindaco le possibilità sono le stesse che sono state spiegate dalla dott.ssa Ballini: bando pubblico oppure contributo. Ad ogni modo domani mattina il sindaco non sarà fisicamente in comune».
«
Domani mattina vengo lo stesso. Lo aspetto lo stesso» ha ribadito l'uomo disperato. Ci auguriamo che il sindaco di Peschiera Borromeo dimostri  un po’ di carità cristiana ricevendo questo uomo disperato che lancia un grido di aiuto che a quanto pare, in una delle città più ricche d’Italia, nessuno sembra voler raccogliere. L’umana comprensione e la solidarietà sono delle armi potenti, che se anche non hanno licenza di essere sopra la Legge, stimolano la mente umana a percorrere nuove strade per tendere una mano a questa famiglia divisa dal destino.

«Quando il giornalismo tornerà a essere 'buon giornalismo', informandosi prima di scrivere articoli che strumentalizzano situazioni di vera o presunta difficoltà, forse il nostro Paese e il nostro Comune ricominceranno a essere un posto migliore»
Cit. Beatrice Rossetti Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Peschiera Borromeo

Giulio Carnevale