Peschiera, mentre Molinari lavora al piano B, continuano senza sosta i lavori per la tendopoli a Bellaria |Gallery|

I 300 migranti in attesa del riconoscimento dello status di profughi, potrebbero arrivare prima del previsto

L'area dell'ex caserma a Peschiera Borromeo

L'area dell'ex caserma a Peschiera Borromeo Vista da sud . Immagine da Google Map

Agosto un mese che si preannuncia caldissimo per Peschiera

Il Prefetto di Milano avrà pure dato la parola al Sindaco di Peschiera di rinunciare alla tendopoli in presenza di un piano ben strutturato per un’accoglienza diffusa, ma intanto non perde tempo, in questi giorni si sono moltiplicate le squadre di operai che hanno lavorato nell’area dell’aeronautica in via Liberazione 72 a Peschiera Borromeo. Come testimonia il titolare dell’autodemolizioni adiacente agli ingressi della ex caserma, nelle ultime settimane si è moltiplicato il via vai di squadre di operai e numerosi funzionari pubblici dei diversi enti: «Sono arrivati prima  i Vigili del Fuoco – commenta il responsabile dell’autodemolizioni -  che sono entrati con una scala, poi l’Arpa e i funzionari della Città Metropolitana, più volte». L’area della ex caserma è divisa in due settori, quello in cui c’è il traliccio per le comunicazioni dell’aeronautica ancora in funzione, separato con un muro e il filo spinato, dal resto dell’area ben più ampia, che ospita gli edifici fatiscenti e un bosco naturale, di competenza della Città Metropolitana. (Nella foto in giallino l’area di competenza della ex Provincia). Qualche mese fa, il tetto degli edifici è stato bonificato per la presenza dell’amianto, (nella Gallery in calce all’articolo, c’è la foto di come era con il tetto e com’è ora). In questi ultimi giorni, è arrivata una squadra di giardinieri a disboscare dalla vegetazione l’ingresso dell’area (la porta non si vedeva), un fabbro a cambiare la serratura dell’ingresso e poi sono tornati i giardinieri a disboscare l’area dove c’è il traliccio, togliendo anche la vegetazione arrampicante sui muri interni. Ora le due aree sono ben delimitate. Dal ritmo in cui si stanno eseguendo i lavori e i sopralluoghi, l’arrivo dei richiedenti asilo potrebbe avvenire prima di quanto i peschieresi e lo stesso Sindaco si aspettano.

1 commenti

Corrado Roveroni :
Gentile Sindaco Caterina Molinari, benvenuta. Benvenuta a rivestire un ruolo fondamentale per la collettività di Peschiera Borromeo, nell’interesse dei suoi cittadini e delle sue istituzioni. Non sono un suo elettore e per la verità da questa “politica italiana” me ne sono allontanato da oltre un trentennio, sbagliando forse, ma orgogliosamente convinto dei miei passi e delle mie scelte. Una libertà conquistata. Libero. Per citare una frase eroica della cinematografia italiana direi “ … avete vinto voi ma almeno non riuscirete a considerarmi vostro complice … !” Sono certo – almeno me lo auguro - che la sua formazione tecnica la indurrà a valutare nelle difficili occasioni che le saranno prospettate nel suo nuovo ruolo, a non definire e dedurre le soluzioni con emozione, sensazionalmente, empaticamente o indugiando ai riflettori mediatici ma con l’efficacia degli “effetti del beneficio”. Causa ed effetto. Per questo, per la prima volta facendomi violenza, scrivo ad un amministratore dello Stato. In merito alla vicenda della “ tendopoli per i 300 migranti “. Peschiera Borromeo è un paese piccolo. Senza tradizioni particolarmente radicate territorialmente se non per un castello omonimo e qualche pietra ruderizzata a testimonianza di frazioni scomparse. Ma è ancora un paese dove ci si può permettere di passeggiare la sera. I ritmi sono ancora a misura d’uomo. L’adolescenza riesce ancora a vivere i rapporti sociali. Un territorio tranquillo, si direbbe. Per favore. Non lasci che questo principio di libertà sociale venga meno. Non lasci che questa comunità venga inghiottita da sconcerto, tensione, disagio. Non lasci che l’ideale prenda il sopravvento alla falsa ipocrisia dei fautori del “peace and love”. Non è più tempo. Non è più tempo. Non c’è bisogno che io esprima prolissamente una sensazione di “dejà – vu” che ogni giorno è posta alla ribalta dei media, da tutte le fonti e in tutte le città di questo paese ormai ridotto alla sua stessa metafora. Lei ha una enorme responsabilità. Non politica, non sociale, non tecnica, non amministrativa. Ha la responsabilità di combattere per scegliere. Scegliere il meglio. Anche a costo delle proprie ideologie, dei propri sentimenti e dei propri limiti. Sia un buon Sindaco. Il Sindaco di tutti. Con Ossequi Corrado Roveroni | lunedì 11 luglio 2016 12:00 Rispondi