Mediglia: la bonifica di Cà del Lambro si annuncia molto difficoltosa

Tale è la profondità ed estensione dell’area contaminata che non sarà possibile asportarla senza compromettere il Lambro. Si pensa quindi a impermeabilizzare i terreni, rendendo innocui gli inquinanti

Una completa rimozione delle sostanze nocive che inquinano i terreni di Cà del Lambro a Mediglia non sarà possibile, si potrà solo “disinnescare” la bomba ecologica e tenerla sotto osservazione per gli anni a venire. È questo, in sostanza, l’esito dell’incontro svoltosi nei giorni scorsi al Pirellone, che ha visto confrontarsi Regione Lombardia, Città Metropolitana, Agenzia per il fiume Po ed i Comuni di Mediglia e San Giuliano. Il summit operativo, solo il primo di una serie, era stato chiesto dall’Ente medigliese per tracciare la tabella di marcia relativa alla bonifica di Cà del Lambro, coinvolgendo tutti gli enti interessati. In base a quanto emerso, alla luce della vastità e della profondità dell’area contaminata (circa 70mila metri cubi), sarebbe praticamente impossibile asportare il terreno senza andare a compromettere il letto e le rive del fiume Lambro. Per questo è stata ipotizzata in prima istanza la possibilità di impermeabilizzare l’area in oggetto, da effettuarsi ad esempio per mezzo di appositi teloni, per proteggere così i terreni e rendere innocui gli inquinanti, monitorando costantemente la situazione. Prima di operare, però, sarà necessario effettuare una campionatura completa dei veleni. Gli oneri della bonifica ricadranno poi sulla proprietà di Cà del Lambro che, recentemente, Città Metropolitana ha individuato come responsabile della contaminazione
Redazione Web

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