Dannate particelle: i fisici milanesi costruiscono l'apparecchiatura per dare la caccia al bosone di Higgs

L’identificazione della particella è passata anche per l’Università di Milano. Ne discutiamo con Marcello Fanti, uno dei ricercatori milanesi del CERN di Ginevra.

Se Dio è il vero Dio, Higgs è il suo bosone. È costato 7 miliardi di euro e mezzo scovarlo: «Siamo sufficientemente confidenti» dichiara il ricercatore Marcello Fanti, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, per il quale, come per gli altri fisici dell’esperimento ATLAS del Centro Europeo di Ricerca Nucleare (CERN di Ginevra), «ha spin uguale a 0 e interagisce con particelle pesanti: quello è il bosone di Higgs ed Englert».

ATLAS è l’investimento di 200 istituzioni di tutto il mondo. «Una spesa di un euro a cittadino», spiega il dottor Fanti. Il calorimetro elettromagnetico dell’esperimento lo hanno costruito in prima linea i fisici dell’Università di Milano, costruttori, si scopre, anche del precedente esperimento BABAR: un Nobel anche quello, era il 2008. Il bosone di Higgs si conficca a perfezione nel Modello Standard, la formula che spiega tutto (fare click qui per visualizzarla). Basterà a introdurre novità tecnologiche e filosofiche? Ci vorranno anni, per Fanti: «La stessa meccanica quantistica, nata un secolo fa, in dieci anni rivoluzionò la fisica. Tutta l’elettronica è basata su applicazioni quantistiche, dallo smartphone all’accendigas del forno elettrico; viviamo in mezzo alla quantistica, anche se non lo sappiamo. Per ora, possiamo sperare che le osservazioni dell’esperimento nelle ricerche di supersimmetria possano trovare una nuova particella, noi la chiamiamo neutralino, candidata a spiegare altre forme di materia e di energia, definite oscure».

E se di materia oscura consiste il 96% dell’universo, solo il restante 4% ce lo spieghiamo con il Modello Standard. «Anche se ce lo spieghiamo bene», riflette Fanti. Quanto lavoro servirà, però? La comunità scientifica non vive di unanimità. «La fisica in Italia è abbastanza polarizzata su questi esperimenti – ammette Fanti –. D’altra parte, è stata tagliata la strada a esperimenti più brevi, della durata di qualche anno; uno era l’esperimento SuperB, costoso, l’erede di BABAR, per intenderci. Ma, del resto, ATLAS dura da vent’anni ed è progettato per altri venti ancora. Penso sia stata fatta la scelta giusta, è un’onda che vale la pena cavalcare».

Marco Maccari