In viaggio al Pisa Book Festival. Voci dal mondo

L’editoria indipendente protagonista della nona edizione del Pisa Book Festival. 180 le case editrici presenti, oltre 300 gli eventi organizzati per questo appuntamento.

Ad inaugurare il festival dell’editoria indipendente, ieri, l’esule cinese Gao Xingjian, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2000. «In un momento di crisi - ha detto il Nobel , Xingjian - dobbiamo ricordarci del valore della libertà di pensiero». Un diritto che il poliedrico scrittore, regista e pittore ha visto negare sotto quella che non esita a chiamare: «la dittatura di Mao Tse Tung».

 

Un periodo in cui, ricorda Xingjian, era stata vietata la lettura di molti testi della letteratura occidentale e in cui era difficile pubblicare le proprie opere. «Le persone che avevano letto i miei manoscritti mi suggerivano di non inviarli alle case editrici per non rischiare che venissero censurati». Xingjian a un certo punto della sua vita ha deciso di fuggire dal proprio Paese. Da anni vive in Francia dove ha trovato asilo politico. E proprio la Francia è il paese ospite del Pisa Book Festival di quest’anno. Molte le novità e le sorprese in programma. Innanzitutto, Gao Xingjian ha presentato in anteprima una sua opera teatrale dal titolo Ballata Notturna.

 

«È la prima volta che una piece di Gao viene pubblicata e tradotta in italiano ancora prima che in francese» spiegano le relatrici Simona Polvani e Antonietta Sanna. Un testo che fa parte della raccolta Teatro, edita da ETS. Tra gli scrittori d’Oltralpe spicca anche quello dell’astrofisico Jean Pierre Luminet che ieri ha parlato della sua ultima fatica letteraria intitolata La parruca di Newton. Grande spazio è riservato a quanto sta accadendo in medio oriente. Maya Zankoul, blogger e fumettista libanese, Maissa Bey di origine algerina, Mauriel Augry che pubblica in lingua araba in Marocco e Yasmine Ghata, figlia di una poetessa libanese e scrittrice, sono le voci scelte per raccontare la cosiddetta Primavera Araba.

 

Un ampio dibattito si è aperto, inoltre, quando Diana Carminati e Alfredo Tradardi, che da anni si occupano della questione palestinese, hanno colto l’occasione per parlare del libro di Ziyad Clot  Non ci sarà uno stato palestinese. Il saggio di un giovane avvocato franco palestinese che si reca nel 2007 in Cisgiordania per insegnare all’Università di Birzeit. A Ramallah gli viene offerto un posto di consigliere giuridico sul problema del diritto al ritorno dei profughi nella NSU (Unità di Sostegno per i Negoziati) dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Ruolo da cui si dimetterà nel 2008 perché «sconvolto dalla farsa dei negoziati».

 

Ma all’internazionale PBF, la cultura e le tradizioni di un popolo passano anche attraverso il cibo. Per la prima volta ci sarà un angolo Gourmand dove molti chef faranno conoscere volumi di ricette e si esibiranno in showcooking. Ai golosi spettatori non resterà che degustare i piatti preparati e scegliere quale libro acquistare per provare a cimentarsi ai fornelli con gli ingredienti che hanno stuzzicato la loro curiosità e fantasia. Un’alchimia dei sensi che coinvolge anche la vista.

 

E non solo in cucina. Quest’anno, infatti,  Gioia Marchegiani e Giulia Boschetto sono state le vincitrici del concorso per illustratori emergenti “Talent Next”. I creativi dovevano presentare un lavoro ispirato al tema “Vive la France”. Non manca una sezione pensata per i più piccoli. Laboratori, incontri e spettacoli teatrali ispirati ai racconti di Gianni Rodari e di Emilio Salgari completano l’offerta del PBF del 2011. Grande spazio, per la prima volta,  è stato riservato al mondo del fumetto. Tra le molte proposte pensate per i ragazzi, la mostra Storie Sospese di Vanna Vinci, una tra le più importanti fumettiste italiane.


Alessandra Moscheri