Milano: donna in bici travolta e uccisa da una betoniera

Ad aprile scorso un’altra donna in sella ad una bici era stata investita e uccisa sempre da una betoniera. De Corato: «che fine ha fatto l’ordine del giorno del 4 maggio che regolamentava l’ingresso dei mezzi pesanti in città?»

È deceduta in ospedale la donna di 60 anni che nella mattinata di giovedì 22 giugno, a Milano, è stata travolta da una betoniera mentre viaggiava in sella alla sua bicicletta. Lo ha comunicato la Polizia locale che sta ricostruendo l'accaduto. Dai primi rilievi è emerso che la donna e il mezzo pesante procedevano nella stessa direzione quando la betoniera ha svoltato in piazza Durante senza accertarsi della presenza della donna, in bici o forse con la bici condotta a mano. La Procura di Milano aprirà a breve un’inchiesta per omicidio stradale a carico del conducente della betoniera, che sarà iscritto nel registro degli indagati allo scopo di procedere a tutti gli accertamenti. Intanto l’uomo è risultato negativo ai primi test su alcol e droga. A Milano è tutt'ora aperta un’altra inchiesta per un fatto molto simile risalente allo scorso aprile quando una ciclista di 39 anni venne travolta e uccisa sempre da una betoniera in pieno centro, all'angolo tra via Francesco Sforza e Corso di Porta Vittoria, nei pressi della Biblioteca Sormani.

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«In seguito a quest’ultimo tragico episodio, il 4 maggio il Consiglio Comunale di Milano aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno che regolamentava l’ingresso dei mezzi pesanti in cittàcommenta l’On. Riccardo De Corato -. Precisamente, tali mezzi sarebbero potuti entrare a Milano solo se dotati di sensori per l’eliminazione dell’angolo cieco, oppure in orari notturni (dalle 22 alle 06 del mattino). Che fine ha fatto tale regolamento? Chi ha verificato che questo regolamento venisse rispettato? Nel nuovo disegno di legge sulla sicurezza stradale, che il Ministro Salvini porterà martedì 27/6 in Consiglio dei Ministri e che verrà discusso nei prossimi giorni alle Camere, mi auguro che ci siano su tutte le piste ciclabili i cordoli alti affinché, finalmente, vi sia una protezione per coloro i quali utilizzano le biciclette nelle strade delle nostre città. Non è possibile che, puntualmente, ogni mese qualcuno perde la vita in bicicletta».