Milano: sei denunce per traffico internazionale di rifiuti pericolosi
Batterie esauste di auto e camion e gruppi elettrogeni dei treni venivano recuperati e inviati in Romania. Quasi sempre i liquidi presenti (acido solforico e prodotti derivati) venivano sversati al suolo
19 luglio 2017
Sequestrate oltre 100 tonnellate di merce
Si è conclusa l’indagine della Polizia Locale coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano che ha portato alla denuncia di tre cittadini rumeni e di tre cittadini italiani per omessa gestione dello smaltimento di rifiuti pericolosi e traffico internazionale di rifiuti pericolosi. L’attività d’indagine ha preso avvio dai controlli fatti nei dintorni della ricicleria presso il cavalcavia delle Milizie, che in passato avevano già portato a otto denunce per smaltimento illecito di rifiuti. Seguendo alcune persone che stazionavano intorno alla ricicleria, si è scoperto che batterie esauste di auto e camion e gruppi elettrogeni dei treni venivano recuperati da officine compiacenti, dai campi nomadi, trafugate dalle riciclerie autorizzate o nei depositi delle ferrovie. La merce veniva poi stoccata in alcuni container situati in due grandi aree utilizzate come depositi nell’area sud di Milano. I container carici di materiale, ogni fine settimana, venivano quindi trasportati in Romania. Le sei persone denunciate avevano organizzato così un traffico internazionale di batterie per auto e prodotti similari, violando la legge in materia di smaltimento di rifiuti pericolosi. In alcuni casi le batterie venivano letteralmente distrutte per recuperare le barre di piombo e quasi sempre i liquidi presenti (acido solforico e prodotti derivati) venivano sversati al suolo. In totale sono state sequestrate in due depositi diversi circa 100 tonnellate di batterie pronte ad essere spedite all’estero. Sul terreno dei due depositi messi sotto sequestro saranno predisposti i controlli per verificare eventuali danni ambientali e tutta la merce sequestrata è stata consegnata al Cobat (Consorzio nazionale raccolta a riciclo) per lo smaltimento autorizzato secondo le norme di legge. «Questa indagine è durata quasi un anno - commenta Carmela Rozza, assessore alla Sicurezza – ed ha dimostrato che la criminalità non ha colore o nazionalità: questo caso, infatti, ha visto associata una famiglia italiana e tre rumeni per meglio organizzare il traffico di rifiuti».
Redazione Web
19 luglio 2017