Mulazzano, scatta la mobilitazione contro l’impianto agrivoltaico: «Difendiamo il nostro territorio»
Cittadini in allarme per un progetto da oltre 100 ettari: «Non siamo contro le rinnovabili, ma la transizione ecologica non può cancellare la campagna»

Tra i campi coltivati di Mulazzano e la frazione di Cassino D’Alberi, un nuovo progetto di impianto agrivoltaico ha acceso il dibattito pubblico nel corso delle ultime settimane. Secondo i promotori, si tratterebbe di una soluzione avanzata per produrre energia pulita. Ma per molti cittadini si configura piuttosto come una “colata industriale” che minaccia l’identità agricola del territorio, la biodiversità e il paesaggio storico della campagna lodigiana. Comitati spontanei e singoli residenti hanno lanciato un appello pubblico per fermare l’iniziativa (raggiungibile al link https://bit.ly/4mDBFyG), contestando la scarsa trasparenza del processo decisionale e l’assenza di un confronto pubblico con la comunità. «Non siamo contrari alle energie rinnovabili – dichiarano – ma alla distruzione del nostro territorio sotto il pretesto della transizione ecologica».
Cosa prevede l’impianto agrivoltaico di Mulazzano
Il progetto è stato presentato dalla società Sette Srl e prevede la realizzazione di un impianto agrivoltaico “avanzato”, composto da oltre 86mila pannelli fotovoltaici su una superficie di più di 100 ettari, che sarebbe potenzialmente in grado di coprire il fabbisogno energetico di decine di migliaia di abitazioni. Si parla di pannelli solari montati su strutture mobili ad altezza variabile, per permettere il passaggio della luce e l’utilizzo del terreno per colture agricole. Tuttavia, secondo i critici, la reale compatibilità con le pratiche agricole tradizionali è dubbia, anche per via della vasta estensione e della concentrazione delle installazioni. Il terreno interessato è oggi coltivato e rappresenta una delle aree più fertili della zona. L’intervento è attualmente sottoposto alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) nazionale, gestita dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Ma i cittadini denunciano che non vi sia stato alcun coinvolgimento informato della popolazione, nonostante l’impatto visivo e ambientale significativo.
Le richieste della comunità
Le principali richieste avanzate dai residenti e dai comitati locali sono il blocco immediato del progetto agrivoltaico di Mulazzano, l’avvio di un confronto pubblico e tecnico con la cittadinanza e lo studio di alternative realmente sostenibili e condivise. Nella petizione sottoscritta da decine di cittadini si ribadisce che la transizione ecologica è necessaria, ma deve essere «partecipata, contestualizzata e rispettosa dei territori e delle comunità».
Un appello per il territorio
«Il nostro paesaggio, il nostro diritto di decidere, il nostro futuro» è lo slogan scelto per la petizione, che in breve tempo ha già superato le 1200 adesioni. L’obiettivo è portare la questione all’attenzione delle istituzioni regionali e nazionali, contrastando una visione di sviluppo che, secondo i promotori della protesta, ignora il valore ambientale e culturale del territorio. La paura è che un precedente di queste dimensioni possa aprire la strada a una diffusione incontrollata di impianti simili in tutta la Lombardia. In tal senso i cittadini chiedono una transizione ecologica giusta, in grado di coniugare innovazione energetica e tutela del paesaggio. «Non ci opponiamo al progresso, ma al sacrificio indiscriminato della nostra terra», ribadiscono. Il tema è destinato a restare al centro dell’attenzione nei prossimi mesi, anche in vista della conclusione della procedura VIA. Intanto, la comunità di Mulazzano prova a far sentire la propria voce. E a difendere la propria campagna.
Il Comune attiva una casella di posta a disposizione dei cittadini
«La Cittadinanza ha espresso molte perplessità in merito al progetto privato presentato – ha commentato il sindaco di Mulazzano, Michael Gola -. Il mio parere personale è del tutto irrilevante, il mio dovere e volontà come sindaco è quello di fare mie tutte le preoccupazioni della Comunità. A seguito della disponibilità data dall’Azienda ad aprire un dialogo, per dare più valore possibile al fondamentale tema sociale, seppur su un’opera privata la cui approvazione non è di competenza dell’Ente comunale, invito caldamente tutti i cittadini e i Comitati ad inviare le proprie osservazioni, oltre che al Ministero competente, anche al Comune, in modo da poter rafforzare la voce del nostro territorio». Facendosi portavoce dei principali timori della Cittadinanza, il sindaco ha espresso la volontà di portare ogni ulteriore rimostranza a tutti i tavoli istituzionali. A tale scopo, il Comune ha attivato una casella mail per accogliere, raggruppare ed inviare a chi di dovere le istanze degli abitanti. L’indirizzo è [email protected]. «Le preoccupazioni della Comunità – conclude Gola - sono le preoccupazioni dell’Amministrazione».