A Peschiera e Linate giacciono 5mila tonnellate di posta inevasa
La questione approderà in Parlamento ad opera dell’On. Franco Bordo (Sinistra Italiana), che punta il dito contro la riorganizzazione del servizio messa in atto da Poste Italiane
17 gennaio 2017
«Ad andarci di mezzo sono i cittadini»
Presso il Cmp (Centro di meccanizzazione postale) di Peschiera Borromeo e il Csi (Centro di smistamento internazionale) di Linate giacciono circa 5mila tonnellate di posta inevasa, letteralmente arenata e che rischia di finire al macero. Gran parte di questa corrispondenza sarebbe destinata non solo ai cittadini del Sudmilano, ma anche a quelli residenti nel Lodigiano e nel Cremasco, che rischiano seriamente di non riceverla mai. La denuncia è stata lanciata nei giorni scorsi dal sindacato Cobas Poste, che ha attribuito la responsabilità di questo stato di cose alla recente riorganizzazione del servizio di recapito postale varata da Poste Italiane, che ha previsto la consegna a giorni alterni. «Gli uffici sono stracolmi di corrispondenza che non viene evasa – commentano i rappresentanti del Cobas Poste -, non ci sono nemmeno gli spazi per tenerla tutta. Ci sono sempre meno postini e sono oberati di lavoro, se si vedessero arrivare questa mole di posta da consegnare, certamente si mobiliterebbero contro la riorganizzazione del recapito. Da ormai due mesi questa corrispondenza viene messa da parte, in attesa di poterla smistare. Noi temiamo che possa essere mandata al macero. È un vero e proprio scandalo». Anche a seguito delle numerose segnalazioni di disagio operate da Comuni, Associazioni, imprese e anche semplici cittadini, il Deputato cremasco di Sinistra Italiana, Franco Bordo, ha deciso di farsi portavoce della questione, presentando una interrogazione parlamentare presso il Ministero dello Sviluppo Economico. «Tale disservizio si è acutizzato con la riorganizzazione messa in atto da parte di Poste Italiane – sottolinea Bordo nell’interpellanza -, che prevede anche la consegna della posta a giorni alterni, corrispondenza che finisce per accumularsi nei centri di smistamento. Nella sola provincia di Cremona, delle 132 reti di recapito ne sono rimaste soltanto 100, insufficienti a distribuire la posta. Tale situazione si sta estendendo su tutte le province lombarde colpite dalla riorganizzazione». A tal proposito Bordo ricorda che, Il 15 dicembre 2015, il Ministero per lo Sviluppo Economico ha sottoscritto con Poste Italiane il Contratto di Programma 2015-2019 che regola l’erogazione del servizio universale postale da parte di Poste. «È del tutto evidente – prosegue il Deputato - che le situazioni sopra descritte non risultano in linea con quanto previsto dalle norme legislative in essere e dallo stesso Contratto di Programma». Da qui, dunque, le domande sottoposte all’attenzione del Ministero. «Quali iniziative si intende intraprendere affinché la posta in giacenza venga al più presto smistata e distribuita? Come intende muoversi il Ministero per risolvere a monte il problema della distribuzione della posta a giorni alterni, che non solo lede il diritto dei cittadini e delle imprese a ricevere la posta in tempi rapidi, ma che si sta dimostrando un fallimento anche dal punto di vista organizzativo? E infine: il Governo non ritiene che tale situazione stia producendo una violazione dell’accordo stesso, stipulato tra il Ministero dello Sviluppo Economico e Poste Italiane?». A questo punto si attendono solo le risposte del Governo, che viene dunque chiamato a risolvere un disservizio che è fonte di non pochi disagi per i cittadini.
Alessandro Garlaschi
17 gennaio 2017