Peschiera, attenzione, se criticate l’Amministrazione, arriva a casa la Polizia che vi chiede di inviare una lettera di scuse alla sindaca

La signora peschierese aveva espresso la sua opinione non gradita, su Facebook commentando un post del Comune sui lavori di rifacimento della segnaletica orizzontale

Polizia locale

Polizia locale

Il giorno 27 giugno 2019 l’amministrazione comunale pubblicava un post sulla pagina Facebook “Città di Peschiera Borromeo” : «#peschierasicura Proseguono i lavori di rifacimento della segnaletica orizzontale in tutta la città, al fine di rendere maggiormente visibili e sicuri gli attraversamenti pedonali e le prescrizioni per la regolamentazione della circolazione dei veicoli». Il tutto corredato da foto che riportiamo in calce dove si dava visione della segnaletica rifatta.
Numerosi cittadini hanno criticato l’amministrazione comunale (È possibile leggere ancora numerosi commenti). La principale critica verteva sul fatto che Peschiera Borromeo ha le strade in cattivo stato: In molti, anche in tono ironico, facevano notare come sarebbe stato meglio realizzare il rifacimento delle vie ammalorate prima di realizzare la segnaletica orizzontale. La protagonista di questa vicenda ci ha spiegato che fra queste critiche anche lei ha espresso una critica tranchant “Amministrazione ridicola”,  in seguito proprio al fatto che, a suo parere, non poteva che essere “ridicolo”, realizzare la segnaletica orizzontale su buche di ogni genere. (Significato di “ridicolo”: Che può dar luogo a manifestazioni d'ilarità, scherno o derisione per la sua bizzarria, goffaggine o assurdità.) Un’opinione legittima garantita dall’Art. 21 della Costituzione Italiana. Un aggettivo non gradevole ma senz’altro neanche offensivo se espresso all’interno di una critica all’operato di una Pubblica Amministrazione. Tant’è vero che La Suprema Corte di cassazione, Sezione Quinta, con sentenza n. 32668 del 16 luglio 2018, chiamata a esprimersi su un volantino politico recante la dicitura “sindaco scandaloso” dopo aver ricordato il principio generale secondo il quale l'esimente del diritto di critica presuppone, per sua stessa natura, la manifestazione di espressioni oggettivamente offensive della reputazione altrui, la cui offensività possa, tuttavia, trovare giustificazione nella sussistenza del diritto di critica, a condizione che l'offesa non si traduca in una gratuita ed immotivata aggressione alla sfera personale del soggetto passivo ma sia "contenuta" nell'ambito della tematica attinente al fatto dal quale la critica ha tratto spunto (fermo restando che, entro tali limiti, la critica, siccome espressione di valutazioni puramente soggettive dell'agente, può anche essere pretestuosa ed ingiustificata, oltre che caratterizzata da forte asprezza), ha rilevato che le espressioni rivolte a mezzo del volantino non investivano in maniera gratuita il nucleo essenziale della personalità morale della persona offesa, che non risultava aggredita nel sé, come persona, ma veniva chiamata in causa per il suo operato politico-amministrativo, peraltro in modo non generico, ma in relazione ad un episodio specifico.

La critica politica, se non è gratuita, esclude la diffamazione

In questo caso raccontato dalla lettrice è ancora più rimarcata la mancanza di volontà di offendere gratuitamente perchè la critica social, è stata espressa dalla cittadina relativamente ad un episodio ben chiaro e rivolta genericamente a tutta l’amministrazione comunale e non alla sfera privata di qualche componente della Giunta. 
Un’amministrazione che fin dal suo insediamento è stata molto allergica alle critiche, su questo non ci piove, ma l’uso della Polizia locale che viene fatto in seguito a dei post sulla pagina Facebook del comune è discutibile: «Il 28 giugno, mi ha citofonato a casa un agente della Polizia locale di Peschiera Borromeo – racconta la cittadina – e mi ha detto di telefonare al Comandante Grossi che aveva comunicazioni da riferirmi. Mi sono spaventata, dentro di me cercavo di capire di cosa si trattasse. Il Comandante al telefono mi ha spiegato che la sindaca si era risentita del mio commento e che sarebbe stato meglio che avessi inviato una lettera di scuse a Caterina Molinari. Lo ha sottolineato due volte che sarebbe stato meglio. Di lì per lì, impaurita dalla situazione l’ho inviata. Il commento è stato cancellato ed è finita li. Ma ripensandoci bene – conclude la cittadina peschierese - sento di aver subito una forzatura».
La sindaca di Peschiera Borromeo Caterina Molinari è sempre molto attenta ai contenuti social, come non ricordare il caso di capodanno quando in piena notte a seguito della pioggia di proteste su Facebook, per i botti, nonostante l’ora tarda, il gestore della pagina comunale, cancellava la campagna social composta da grafiche comunicative anti botti realizzate a spese della comunità. Se fosse tutto confermato e non giungessero smentite, alla luce di questa vicenda qualche domanda ci viene spontanea:
- Siamo sicuri che la Polizia locale debba adempiere al compito di araldo della sindaca?
- Oltretutto con l’aggravante di intimorire i cittadini utlizzando il Comandante della Polizia locale, per chiedere delle scuse?
Crediamo che le risorse della Polizia locale vadano utilizzate in altro modo, se la sindaca pro tempore, pensa di essere stata diffamata dall’affermazione “amministrazione ridicola”, agisca legalmente, quereli l’autore, ma la smetta di umiliare la Polizia locale inviandola a chiedere lettere di scuse. Come sempre se qualcuno avesse qualcosa da aggiungere la Redazione è a disposizione [email protected].

Giulio Carnevale
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