Rugby Metanopoli: «We are a dream»

Grazie alla volontà e alla costanza del Presidente e dei Soci Fondatori, sono stati chiamati a raccolta tutti gli amici e appassionati di questo sport, che hanno fatto la storia del Rugby di San Donato. «I “Porcospini Sandonatesi”, tali perché hanno indossato le maglie su cui era cucito l’animale araldico del padre indiscusso del Rugby sandonatese e oggi Presidente Onorario della nostra associazione Carlo Ferrarini (docente di educazione fisica presso il locale Liceo Scientifico, che negli anni '70 ha dato inizio all'epopea del rugby a San Donato, ndr), vogliono ricreare, a distanza di quasi trent’anni, quel clima e quelle emozioni vissute allora, da poco più che adolescenti, e riproporle ai giovani che oggi si avvicinano a questo sport». A oggi, quattro sono stati gli incontri e 30 i ragazzi delle scuole medie che vi hanno partecipato, usufruendo di un servizio completamente gratuito. «Fino a maggio vogliamo far conoscere il rugby; dopo, se si è formato un nucleo stabile, costituirci come squadra e iniziare dei tornei», sotto la guida di Claudio Parrozzi, ex giocatore e allenatore sandonatese. Una passione che viene trasmessa di padre in figlio, per sostenere l'amore verso questa disciplina. «Ciò che permette al bambino di innamorarsi di uno sport è il divertimento, e in questo senso il rugby apre le porte alla fantasia e all'entusiasmo». La voglia di trasmettere la propria passione, unita alla convinzione del carattere formativo del rugby, ha portato il Rugby Metanopoli a proporre il progetto “Rugby nelle scuole”, per promuovere la disciplina sul territorio di San Donato, iniziando dalle scuole secondarie di classe Ia, nell’istituto De Gasperi, grazie alla collaborazione del professor Fugazzaro. Una rete di appassionati collegata, una squadra in erba, un progetto nelle scuole: si stenta a credere che il Rugby Metanopoli abbia circa tre mesi di vita, evidentemente sostenuti dalla passione di una vita . «è un sogno che si avvera! - conclude Lorenzo, sorridendo - abbiamo avuto un sogno e lo abbiamo realizzato: we are a dream».

Elisa Murgese