Stadio a San Donato Milanese, il WWF presenta le proprie osservazioni al documento preliminare di Valutazione Ambientale: «Progetto ambientalmente non sostenibile»
Secondo l’associazione ambientalista il progetto sarebbe troppo impattante sul territorio, andando a danneggiare le risorse naturalistiche presenti e incidendo gravemente sulla biodiversità
20 novembre 2024
L’associazione WWF Martesana Sud-Milano ha consegnato al Comune di San Donato le proprie osservazioni in merito al progetto stadio, approfittando anche di questa opportunità per ribadire la netta contrarietà alla realizzazione dell’impianto sportivo e di tutte le funzioni più o meno accessorie ad esso correlate, nell’area di San Francesco e nel parco Sud Milano.
«In tutti questi anni la nostra associazione si è espressa in modo contrario – affermano gli esponenti del WWF -, a partire da osservazioni nei primi anni ‘90, per poi esserci opposti al progetto di stadio dell’Inter più di dieci anni fa, per aver presentato le osservazioni in sede di assoggettabilità alla Vas del progetto Sport Life City in aprile 2021 (il progetto dell’arena da 18000 spettatori), avendo peraltro ricevuto soltanto risposte a dir poco evasive (“il loro rigetto non richiede una dettagliata motivazione”)».
L’associazione ambientalista, in questi anni, si è concentrata su un aspetto specifico dell’area fertile, non più coltivata da tempo: la difesa della parte a bosco, della vasta prateria in fase di rinaturalizzazione e dell’area umida a Ovest. «A questo proposito – proseguono - si ricordano le istanze per il riconoscimento del bosco fatte nel 2021, e ripresentate nel 2023, fino al coinvolgimento dell’avvocatessa Dini nel 2024, al seguito del quale sono stati prodotti diversi atti legali fino all’ultima diffida agli enti costituenti l’Accordo di Programma in cui si chiede di nuovo di verificare, in sede di VAS, la natura di bosco dell’area su cui incide la proposta progettuale avanzata da Sportlifecity s.r.l. e gli impatti che su di essa avrebbe la realizzazione del nuovo stadio. Sono state allegate anche le relazioni dei due agronomi dottor Guzzi e dal dottor Vavassori, che certificano l’esistenza di due aree boscate».
In generale, l’impressione del WWF è che questo progetto non sia affatto ambientalmente sostenibile. «Questo per ovvi motivi di consumo di suolo (sebbene l’area sia considerata edificabile dagli anni ‘90) – spiegano -, perdita di biodiversità, generale aumento del carico ambientale in un’area già ingolfata, con problemi di inquinamento e di viabilità. Ciò tenendo conto anche di altri progetti che si stanno realizzando nella zona (vedi quartiere olimpionico al quartiere Santa Giulia di Rogoredo, lontano meno di paio di chilometri dall’area di San Francesco, ma anche il quartiere De Gasperi Ovest a San Donato Milanese) e dell’impatto cumulativo di tutti questi progetti una volta realizzati».
Gli esponenti del sodalizio ambientalista, inoltre, sottolineano come il progetto presenti concetti di progettazione antiquati che prevedono distruzione di beni ambientali, impermeabilizzazione e consumo dei suoli, costi enormi per le infrastrutture a carico del pubblico, oltre a compensazioni che definiscono “fantomatiche e irreali”.
Le osservazioni proseguono con una analisi del documento di oltre 200 pagine e con la relativa obiezione ai passaggi relativi soprattutto alle questioni ambientali e naturalistiche. «Ad esempio – precisano - Il documento non parla dei boschi presenti, mentre tutta la nostra azione anche legale di questi anni mira a riconoscere e difendere i boschi che sono vincolati “ope-lege” (tra l’altro anche nella recentissima carta forestale italiana i boschi sono presenti). Il documento cita l’area umida come una degradata “depressione di natura antropica”, quando invece lo stagno, presente dagli anni ’50 insieme al bosco, in cui si sono osservati diverse specie di uccelli acquatici, è un luogo prezioso anche per l’avifauna di passo, per la quale l’area potrebbe rientra a pieno titolo tra le aree oggetto di tutela anche ai sensi della Direttiva 79/409/CEE "Uccelli"».
Altri punti messi in discussione dal WWF riguardano ad esempio la matrice agricola dell’area (30 ettari) definita “reliquale” quando questa, secondo l’associazione, conserva un rilevante interesse agricolo. Per gli ambientalisti, inoltre, manca un'analisi approfondita della biodiversità dell'area e i profili climatici non sono stati trattati per nulla. Il progetto prevede trasformazioni (comparti 2, 3, 4) di aree in Parco agricolo Sud Milano, oltre agli aspetti legati agli eventuali interventi di compensazioni ambientali e le valutazioni della riduzione dei servizi ecosistemici derivanti dal suolo.
«Pensiamo – conclude il WWF - che la pubblica amministrazione debba meglio valutare l’intera questione: San Donato Milanese, una delle porte del Parco Sud Milano, ha valori e qualità ben più alte di una ipotetica cittadella del calcio».
20 novembre 2024