Un centro di aggregazione messo sotto torchio?

Continui controlli alla libreria-caffè nonostante tutto sia in regola

In una cittadina alle porte di Milano, dove si fatica a trovare luoghi di aggregazione, dove i ragazzi appena sedicenni viaggiano per decine di chilometri in motorino per trovare un po’ di divertimento in qualche locale, una cooperativa sociale combatte per tenere aperta una libreria-caffè. Questo è quanto sta accadendo ad Artea, locale inaugurato dalla cooperativa sociale Eureka! di San Donato Milanese, che proprio in questi mesi è alle prese con continui controlli da parte di Polizia locale, Carabinieri, Asl, e con i reclami dei cittadini delle Torri Lombarde, con lo scopo di dimostrare irregolarità nella gestione della struttura. «In questo periodo abbiamo ricevuto numerosi controlli ma siamo molto sereni perché siamo assolutamente in regola - spiega Eleonora Bortolotti, Presidente di Eureka! -. Sappiamo che un condominio delle Torri Lombarde, che si trova sul retro di Artea a più di 60 metri dal locale, si lamenta per la musica troppo alta, ma questo è veramente strano perché siamo nei limiti consentiti per la propagazione del suono e l’abitazione non è così vicina da poter essere disturbata durante le serate musicali». Artea libreria-caffè nasce con lo scopo di rispondere a un bisogno del territorio, quello di creare a San Donato Milanese luoghi di ritrovo e di aggregazione utili a rendere viva la cittadina e a combattere la devianza giovanile: «Il mandato dell’Amministrazione comunale sul nostro locale era duplice: aprire una libreria-caffè ma anche un centro di aggregazione. I ragazzi si ritrovano ad Artea, usano i nostri tavoli per fare i compiti, chiacchierare e stare in compagnia. Tutto questo in tranquillità e senza disturbare. Ora invece ci dicono che avvengono atti di vandalismo, muri imbrattati e che i ragazzi bevono e vomitano nella piazza: tutto questo succedeva prima dell’apertura di Artea, quando piazza Bobbio era abbandonata a se stessa e in assoluto degrado. Pensiamo che Artea sia stata strumentalizzata e che non ci sia un reale problema che dipende dal nostro locale. Ci sono questioni politiche, in vista delle elezioni, che non ci riguardano e in cui non vogliamo entrare. Ci rendiamo comunque disponibili a sottostare a tutti i controlli necessari e che ci verranno richiesti» conclude Maria Chiara Bortolotti.

Greta Montemaggi