San Giuliano, all'assemblea del Comitato Redefossi per chiedere la totale copertura, Regione e Aipo assenti; Segala: «Copertura di tutti i tratti»

Nel corso dell’incontro che si è svolto venerdì 12 novembre, il Comitato Redefossi ha annunciato che non smetterà di chiedere il ripristino dell’accordo di programma che, sottoscritto nel 1997 e oggi scaduto, prevedeva il completamento dei lavori di tombinatura quanto meno a Borgolombardo.

Un tratto del Redefossi

Un tratto del Redefossi

Trent'anni di lotte per cercare di ottenere la tombinatura dell’omonimo canale non hanno avuto successo. Il canale è stato totalmente nascosto alla vista all’altezza di San Donato, mentre a San Giuliano si presenta in parte coperto in parte scoperto, creando una disomogeneità urbanistica, oltre a problemi d’igiene e decoro legati alla presenza, nel letto ormai in secca, di animali, cumuli di terra e rifiuti gettati abusivamente. Il sindaco di San Giuliano Marco Segala e gli altri membri del consiglio comunale hanno incontrato venerdì 12 novembre presso l’oratorio di Borgolombardo  il Comitato che chiede il ripristino dell'accordo di programma sottoscritto nel 1997 e oggi scaduto, il quale prevedeva il completamento dei lavori di tombinatura quanto meno a Borgolombardo. A fronte di quattro lotti che sono stati coperti, infatti, ad oggi manca all’appello un quinto tratto, compreso tra le vie Curiel e Sestogallo. Si chiede inoltre una copertura, anche leggera, per tutti i restanti spicchi del canale che sono ancora a cielo aperto. Al tavolo per coordinare l'assemblea c'erano il presidente del Comitato Serenella Antonio Mollica, il membro del Comitato Redefossi Giuseppe Gigante, il sindaco Marco Segala e l'assessore ai lavori pubblici Andrea Garbellini.  A mancare agli enti che avrebbero potuto fornire le risposte che i cittadini cercano da molto tempo: Regione Lombardia e Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume PO). «La Regione ci ha confermato il rifacimento del nodo idraulico entro la fine del 2024 (Regione Lombardia ha stanziato 2 milioni di euro per il rifacimento del nodo idraulico ndr). Dal 2018 l’amministrazione ha sempre posto grande importanza al tema – ha spiegato Marco Segala nel corso della serata -. La nostra richiesta è di coprire tutti i tratti, ma attualmente la risposta della Regione è negativa, siccome tombinare un corso d’acqua è vietato per legge. Tuttavia, la copertura necessita di un alveo non in secca, pertanto dobbiamo prima garantire il flusso minimo d’acqua. Dopodiché dovremo capire se all’interno dell’incolumità pubblica c’è modo di coprire il tratto». Alla fine la parola ai cittadini che, stufi e indignati di respirare gli odori del cavo e trovarsi i topi sotto le proprie abitazioni hanno chiesto all'amministrazione comunale di intervenire fino al limite delle loro competenze. «Abbiamo avanzato alla Regione diverse richieste come Comitato Redefossi - afferma Mollica a Il Cittadino -. Intanto chiediamo il ripristino dell’accordo stipulato nel ’97, ufficialmente decaduto, il quale prevedeva la tombinatura di alcuni tratti del Redefossi, mai completati per questioni finanziare. Inoltre, chiediamo la verifica delle condizioni che hanno permesso la costruzione delle centrali idroelettriche, le quali hanno favorito la secca dell’alveo».