L’arte che cura: il pittore Gregorio Mancino ridipinge il nucleo protetto alzheimer della Residenza San Felice di Segrate

Gregorio Mancino, in arte Greg, è un artista conosciuto in tutto il mondo per i suoi “cuori”. Il suo studio-laboratorio si trova a Milano, al numero 4 dell’Alzaia Naviglio Grande

L’arte come terapia: cuori con ricciolo, colori e solidarietà per gli anziani della Residenza San Felice di Segrate del Gruppo Orpea Italia. il “Pittore dei Navigli” Gregorio Mancino, in arte Greg, è tornato a fare visita agli ospiti della rsa vicino a Milano. Questa volta per un progetto ancora più grande, strutturato e ambizioso: con il supporto dello staff della residenza, il pittore, famoso in tutto il mondo per i suoi cuori colorati, la sua arte giocosa e il suo spirito solidale, ha iniziato un percorso finalizzato alla decorazione degli spazi comuni del nucleo dedicato all’accoglienza delle persone affette da demenza e/o disturbi del comportamento. Lo scopo è quello di migliorare lo stato d’animo degli ospiti attraverso i colori, il loro utilizzo e i loro abbinamenti. La realizzazione delle decorazioni, e quindi l’evoluzione del progetto artistico, sarà guidata dagli studi che l’equipe multidisciplinare svilupperà sulla base delle reazioni degli ospiti alla presenza dei colori e all’influenza che i primi disegni di Greg avranno sull’umore e sulle risposte agli stimoli degli anziani. 

Rimani sempre aggiornato, per non perderti nessuna notizia, iscriviti al canale Telegram di 7giorni https://t.me/news7giorni

L’importanza del progetto viene sottolineata da Diego Invernici, vice presidente della Nona Commissione Permanente del Consiglio Regionale della Lombardia, competente in materia di sostenibilità sociale: «L’opera del famoso e apprezzato artista offre agli ospiti un’ottima compagnia per le loro giornate. L’arte può rappresentare quell’abbraccio virtuale attraverso il calore trasmesso dai colori che fanno sentire meno sole le persone fragili: un’ottima iniziativa sociale che trova il plauso della Regione Lombardia».