Multe illegittime all’Aeroporto di Linate

L’ex comandante della Polizia locale di Segrate scopre che il Comune di Milano effettua sanzioni all'aeroporto di Linate, al di fuori dei propri confini: il giudice di pace annulla 29 verbali ma il vaso di pandora è stato aperto

La zona in prossimità dell'ingresso all'aeroporto di Linate

La zona in prossimità dell'ingresso all'aeroporto di Linate

«Il Comune di Milano ha incamerato indebitamente denaro grazie alle multe all’aeroporto»

Il Comune di Milano da più di un anno avrebbe incassato in modo illegittimo i proventi derivanti dal pagamento di sanzioni effettuate nell’area dell’Aeroporto di Linate. La questione è grave, ma al contempo molto semplice: Si tratta di confini territoriali che gli agenti della Polizia locale milanese non avrebbero rispettato. A scoperchiare il vaso di pandora, portando così alla luce una situazione che si svolgeva celatamente e in modo indisturbato, è stato Franco Fabietti, ex dirigente e comandante della Polizia locale di Segrate. Agente in pensione e con un’illustre carriera alle spalle, Fabietti ha accolto le richieste d’aiuto di un cittadino, al quale erano stare recapitate 29 multe in tre blocchi, tutte originate dalle telecamere di video-sorveglianza poste di fronte all’aeroporto di Linate. Fabietti è divenuto il suo “difensore delegato”, poiché si era accorto subitamente che c’era il materiale per fare ricorso, e il giudice di pace Rossella Barbaro gli ha dato ragione: ha annullato i 29 verbali contestati.

Ma per quale motivo i verbali in questione sono stati definiti “illegittimi”? Perché una multa sia da considerarsi legittima, deve riportare l’indicazione del giorno, dell’ora e della località nei quali la violazione è avvenuta. L’errore alla base dell’annullamento è stato proprio nel riportare la località. Il nome dell’aeroporto di “Milano – Linate” potrebbe trarre in inganno, spesso associandolo al Comune del capoluogo lombardo, ma la realtà è ben diversa. Il 95% dell’area comprendente la zona dell’aerostazione e quest’ultima, appartiene giuridicamente al Comune di Segrate, mentre il restante 5% al Comune di Peschiera Borromeo. Un incrocio di confini territoriali intricato, con quello di Milano terminante in viale Forlanini. Giuridicamente (e geograficamente) quindi, la Polizia Locale milanese non potrebbe effettuare multe di fronte all’aeroporto avvalendosi delle telecamere site in zona a partire dal 2015. In realtà per un periodo è stato possibile, visto che nel 2012 i Comuni in causa hanno firmato un protocollo d’intesa per la gestione dei servizi di Polizia locale nell’aera di Linate, nel quale si afferma che sarà il Comune di appartenenza del vigile che effettua le multe a incamerarle. Tale documento ha validità di un anno, quindi va costantemente rinnovato, però dal 2013 ciò non accade. È qui che risiede l’origine del problema, e la sentenza del giudice di pace segnerà un precedente importante e gravoso per il Comune di Milano, considerando la quantità di multe scaturite dalle telecamere (e non solo per mezzo di esse) a partire dalla loro installazione, si parla di più di un anno e mezzo di attività.

Come ha spiegato il giudice Rossella Barbaro nella sentenza di annullamento dei verbali: «Il Comune di Milano avrebbe dovuto indicare quale località della violazione i Comuni di Segrate o Peschiera Borromeo, e non certo Milano, estraneo geograficamente all’aeroporto di Linate» e ancora «Il Comune di Milano, che ha emesso il verbale, non ha neanche specificato, stanti i limiti territoriali ai quali sono sottoposte le Polizie Locali, da dove discendeva il potere di effettuare rilevazioni presso altri Comuni» mentre sui verbali incriminati si leggeva: «Milano, p.za Linate Arrivi - partenze» una dicitura erronea, che è stata riportata anche su alcune contravvenzioni (ad esempio per divieto di sosta), e non solo su quelle derivanti dalle telecamere.

«Se non avessi ricevuto quei verbali – spiega Franco Fabietti, ex comandante della Polizia locale – i vigili di Milano avrebbero continuato ad agire indisturbati, effettuando sanzioni che si traducono in un danno erariale costante per gli altri Comuni – Segrate e Peschiera Borromeo ndr – ciò significa che il Comune di Milano ha incamerato indebitamente denaro che non gli spettava. Da un lato sono felice per aver portato alla luce questa violazione dimostrando l’illegittimità dei verbali contestati, ma dall’altro lato amareggiato, poiché si sta parlando di una situazione grave. Mi chiedo per quanto tempo sarebbe continuato tale “inganno” se nessuno si fosse accorto di questo persistente abuso d’ufficio. Il comando dei vigili di Milano continua a effettuare sanzioni, cambiando la località in "Aeroporto di Milano - Linate"  eliminando la dicitura "in Milano" che effettuava precedentemente. In ogni caso la situazione non cambia e i verbali sono da considerarsi illegittimi. Inoltre credo che alla base di un simile quantitativo di sanzioni vi sia il letterale "ginepraio" di segnaletica stradale presente in prossimità dell'aeroporto, che crea confusione tra gli utenti, un problema a cui trovo necessario  porvi rimedio. Infatti - conclude - la segnaletica verticale dovrebbe poter essere identificata a distanza ragionevole, una condizione che non viene rispettata».

Un’ulteriore domanda in questo caso è lecito porsela: Come hanno fatto i comuni di Peschiera Borromeo e Segrate, che in tal caso rappresentano la “parte lesa”, a non accorgersi di nulla per così lungo tempo? Dal 2013 non si rinnovava il protocollo d’intesa, eppure è come se fosse stato prolungato “tacitamente”, una modalità che non era ammessa dagli accordi riportati nel documento, e che ha portato ad una mancanza di introiti importanti per le relative casse comunali.

Stefania Accosa