Il papà di Stefano D’Errico chiede aiuto a “Le Iene”

Amedeo D’Errico non si arrende nella sua battaglia per il figlio Stefano, un bambino affetto fin dalla nascita dalla sindrome di West, del quale spesso ci siano occupati sulle pagine di “7giorni”. Ora il suo grido d’aiuto si è rivolto alla trasmissione “Le Iene” e in particolare a Giulio Golia, che nei suoi servizi si occupa di persone dimenticate e dei cosiddetti “invisibili”.

Nonostante la solidarietà della cittadinanza che già in passato con una raccolta fondi ha consentito a Stefano di poter beneficiare di due cicli di impianti di cellule staminali in Asia, le cure per il bambino continuano a essere molto onerose e la famiglia, da sola, si trova ancora in grosse difficoltà a gestirle. A tutto ciò si aggiunge il risentimento di papà Amedeo nei confronti del medico ritenuto responsabile della malattia di Stefano, non avendo avuto a oggi giustizia alcuna nonostante le numerose udienze in tribunale.
«Dopo due sentenze che non hanno tenuto conto di quanto successo, a fine settembre la causa di Stefano si è trasferita a Roma in Cassazione – racconta il signor D’Errico –. Solo per partire ho dovuto pagare 15.000 euro. Ho chiesto aiuto a tutti, anche a persone di spicco, ma non ho ancora avuto nessuna risposta. Mi rivolgerò anche alla Corte Suprema o al Parlamento Europeo, ma mio figlio avrà il risarcimento che gli spetta, perché un domani nessuno lo possa sbattere in un istituto. Se io sbaglio sul lavoro, pago con delle sanzioni oppure anche con il licenziamento; non vedo perché questo medico debba passarla liscia. Pure in capo al mondo, riuscirò a fargliela pagare per il danno subìto. La nostra vita è stata stravolta, mia moglie non è più potuta tornare al lavoro e con il mio solo stipendio da operaio dobbiamo mandare avanti la famiglia e pagare anche alcune terapie, oltre alle inevitabili spese di viaggio per le visite di controllo di Stefano».
La preoccupazione più grande dei genitori riguarda chiaramente il futuro del bambino: «Dobbiamo assicurare a Stefano una crescita e una vecchiaia sicure, serene e dignitose – continua il signor D’Errico –, dato che il medico che ha calpestato la nostra dignità non si è accollato la responsabilità del danno. Io e la mia famiglia ci sentiamo presi in giro e ingannati da questa giustizia. Spero solo di riuscire a far capire a chi di dovere che le persone non vanno mai calpestate, tanto meno chi non ha voce per farsi sentire».
Siamo sicuri che “Le Iene” si prenderanno presto a cuore il caso di Stefano, dandogli la risonanza che merita. Intanto chi volesse dare una mano può far affluire la propria donazione presso Banca Prossima, conto 05000/1000/00066849, intestato a “Comitato tutti insieme per Stefano”, IBAN IT40Q0335901600100000066849 (per informazioni: [email protected]; pagina Facebook “Aiutiamo Stefano D’Errico”).
Lara Mikula