Dresano: soppresso il servizio scuolabus per l’anno scolastico 2019/2020

Il sindaco Penta: «troppo oneroso e sottoutilizzato», ma non mancano proteste da parte dei cittadini e dell’opposizione

Il prossimo anno scolastico a Dredano niente scuolabus

Il prossimo anno scolastico a Dredano niente scuolabus

Da sinistra il Sindaco Vito Penta e il consigliere di opposizione Daniela Pilloni

Da sinistra il Sindaco Vito Penta e il consigliere di opposizione Daniela Pilloni

«A decorrere dall'anno scolastico 2019/2020 lo Scuolabus Comunale non sarà più attivo», questa la sintesi della lettera – datata 3 maggio 2019 – che i genitori dei bambini delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado che usufruivano del servizio nel comune di Dresano si sono visti recapitare a casa brevi manu dai loro stessi figli. A quanto si legge: «il numero esiguo di utenti associato all'alto costo del servizio hanno portato a fare un’attenta valutazione sul gradimento e sulle motivazioni che spingono le famiglie a usufruire del servizio per i propri figli».
Dai gruppi social di Dresano è Daniela Pilloni, consigliere di minoranza di “Dresano in Comune”, a pubblicare la lettera inviata ai genitori. Interpellata telefonicamente da 7giorni, ha dichiarato: «È una decisione inaccettabile che va a discapito di tante famiglie che fanno affidamento su questo indispensabile servizio, presente a Dresano da cinquant'anni. Ritengo poi inammissibile la motivazione data dall'amministrazione comunale e che per una valutazione puntuale si debba scindere il servizio di trasporto scolastico da quello di pre-post scuola. Anche il Consiglio di Stato – supportato dalla Corte di Cassazione – in una sentenza ha stabilito che il trasporto pubblico rientri nel diritto allo studio, costituzionalmente garantito, ne sia requisito fondamentale e debba essere gratuito. Si tratta perciò di un’azione lesiva dei diritti dei cittadini, perché non solo a Dresano il servizio era a pagamento, ma verrà tagliato a discapito della sicurezza dei bambini e dell’ambiente. Un’amministrazione comunale dovrebbe rendere il più efficienti i servizi alla comunità, evitando scelte che incidano negativamente sulla vita quotidiana. Adesso il sindaco farà una riunione per capire i bisogni delle singole famiglie in merito allo scuolabus, ma avrebbe dovuto farla prima di prendere la decisione di abolirlo. Da parte mia intraprenderò qualsiasi iniziativa utile affinché venga ripristinato questo servizio».
Scontenti i genitori, che sempre sui social hanno fatto sentire la loro voce: «Per le famiglie che nemmeno alle 18:00 hanno la possibilità di prendere i propri figli a scuola e per le quali unica soluzione era lo scuolabus, che alternative ci sono?» scrive una mamma, «Che delusione, considerando poi che in altri paesi nemmeno lo pagano lo scuolabus eppure lo hanno» aggiunge un’altra. E ancora: «Ho iscritto i miei figli alle scuole di Dresano perché contavo di poter fare affidamento sul servizio scuolabus anche per le scuole medie. Così invece, dovranno tornare da soli e a piedi dalla scuola media con tanto di strada provinciale da attraversare! Probabilmente non li avrei iscritti a Dresano se avessi saputo di queste intenzioni»; «Il problema non è il pre o il post scuola, ma il pulmino che non ci sarà più! Se io non ho la macchina e mio marito esce di casa alle 6:40 e torna alle 18:45 il problema si pone eccome!».
C’è anche chi, pur non usando il servizio, è solidale: «Mio figlio non ne usufruisce, ma lo trovo inaccettabile. Mi auguro vivamente che prenderanno seriamente in considerazione di non toglierlo», chi ironizza: «Dai che c’è la discoteca! Chi se ne frega del pulmino!» e chi chiede di tornare al voto per riavere scuolabus e altri servizi essenziali in paese. Qualcuno vorrebbe anche delucidazioni in merito all'accurata analisi e all'esiguo numero di utenti, aggiungendo che: «raggiungere la scuola dell’obbligo debba essere garantito e gratuito. I genitori che accettano comunque di pagare 200 euro all'anno a ragazzo, lo fanno perché magari non hanno scelta». In merito ai questionari 7giorni ha chiesto alcuni pareri ai genitori, che sembrano convergere: «Lo scopo del questionario non era chiaro, non dava minimamente informazione sulla dismissione o meno del servizio, ma era basato sulla sua qualità e sulle motivazioni per cui se ne usufruisce. Credo il motivo principale sia legato all'orario di uscita da scuola, non conciliabile con quello di lavoro, ma questo non comporta che alle 18:00, quando finisce il post scuola, un genitore possa prendere i figli perché se aveva problemi prima per l’orario continuerà ad averli. Quindi siamo rimasti abbastanza basiti da questa decisione».
Non mancano invece quelli favorevoli alla decisione del la Giunta, concordando con le motivazioni del Comune; e chi sottolinea come: «Il servizio pulmino fa dalle 8:00/8:30 per l’andata e dalle 16.00/16.30 per il ritorno, non è mai stato dalle 7:30 o fino alle 18:00, quindi non si capisce dove stia il problema. Basta organizzarsi».
A tutto ciò risponde direttamente Vito Penta, sindaco di Dresano, che raggiunto telefonicamente da 7giorni ha spiegato: «La decisione è maturata a causa del costo elevato del servizio, si parla per il Comune di 40mila euro annui, tanto che è stata fatta una gara d’appalto a cui non ha partecipato nessuno. Inoltre tra materna, primaria e secondaria di primo grado erano pochi gli alunni che ne usufruivano, circa una cinquantina di iscritti contro il centinaio rispetto al passato. Perciò abbiamo rimesso mano alla questione, escludendo l’ipotesi di aumentare la tariffa a carico delle famiglie. Abbiamo pertanto inviato un questionario alle famiglie per capire le motivazioni che le spingono a utilizzare lo scuolabus e su cinquanta iscritti, abbiamo ricevuto quarantuno risposte dalle quali emergeva come per la metà i motivi erano legati al poter conciliare gli orari di lavoro con quelli di ingresso e uscita dalle scuole, mentre per molti altri era considerato un servizio comodo pur non avendone reale necessità. Abbiamo dunque cercato delle soluzioni alternative che potessero rispondere ai reali bisogni, riducendo il costo del servizio pre-post scuola e incrementandolo da subito in termini di orari con ingresso alle 7:30 anziché alle 7:40 e l’uscita alle 18:00 invece che alle 17:40. Nel frattempo sono allo studio ulteriori soluzioni e in quest’ottica il 15 maggio faremo una riunione con le famiglie che utilizzavano lo scuolabus per spiegare questa scelta e raccogliere le particolari esigenze che potranno emergere. Al momento non ci sono state rappresentate esigenze di allungare ulteriormente il servizio pre-post scuola, ma ritengo che tenere i ragazzi negli istituti troppo a lungo sia deleterio e penso che i genitori possano in qualche modo organizzarsi per portare e prendere i figli a scuola».
Elisa Barchetta
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La comunicazione del Comune

La comunicazione del Comune consegnata a mano ai genitori dai ragazzi che usufruiscono dello scuolabus

La convocazione della riunione

La convocazione della riunione per il 15 maggio 2019, con le famiglie che usufruivano del servizio scuolabus