Melegnano e Paullo i comuni con TARI più elevata; Colturano e Dresano inefficienti

I dati secondo studio di Confcommercio sulle imprese commerciali del territorio

Un'analisi dei dati Confcommercio

Un'analisi dei dati Confcommercio su Melegnano e alcuni comuni limitrofi

La Concommercio ha analizzato le utenze non domestiche

Melegnano e Paullo “maglia nera” per la tassa sui rifiuti che in questi giorni sta tenendo banco sulla stampa, in particolare per quanto sta succedendo proprio nel Comune di Melegnano. È quanto emerge dai dati sulla Tari 2018 (della seconda edizione dell’indagine svolta dall'ufficio Studi e direzione Servizi Tributari di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza. L’analisi ha esaminato nel complesso 218 comuni classificati in grandi, medi e piccoli (da oltre 30mila abitanti a meno di 5mila abitanti). Secondo i dati messi attualmente a disposizione da Confcommercio, Melegnano risulta essere il Comune più «inefficiente e iniquo» per quanto concerne la tariffa sui rifiuti, con un costo pro-capite superiore del 60% rispetto alla media dei comuni della stessa dimensione mentre la quota di raccolta differenziata registra una performance negativa di oltre 11 punti percentuali rispetto alla media. E pur non essendo nota la quota di costo a carico delle utenze non domestiche, il carico tariffario sulle attività commerciali è elevato, come si evince dal raffronto dei costi per i rifiuti urbani al metro quadro che in tutti i settori registra incrementi superiori al 100%, toccando quota 185% per il cosiddetto terziario ad alta tassazione (ovvero bar, ristoranti, mercati alimentari, ortofrutta, ecc.). Per quanto concerne il comune di Paullo, invece, il costo pro-capite dei rifiuti è pari a 136,3 euro e incide soprattutto sull'industria e sulle medie e grandi superfici (per queste ultime l’incremento della tassazione supera il 200%). Secondo la relazione di Confcommercio, il motivo sarebbe da ricercare nella scarsa presenza di imprese (54 ogni 1000 abitanti, su un valore medio di 62,3) e nella volontà di non penalizzare il terziario ad alta tassazione, limitando di fatto «la possibilità di spostare sulle utenze non domestiche una quota della spesa e tassando eccessivamente le altre categorie».
Tra i piccoli comuni, i meno virtuosi sono Dresano e Colturano. Il primo pur avendo avuto una riduzione del numero di imprese sul territorio ha registrato un incremento di oltre il 27% rispetto alla media nella produzione di rifiuti (475,5 kg pro-capite contro una media per i piccoli comuni pari a 372,7 kg pro-capite). Nonostante un elevato livello di raccolta differenziata, che supera il 72%, la pressione tariffaria sulle imprese è del 45% (contro un valore medio del 26,8%) e che punisce tutte le categorie commerciali, con particolare riferimento al terziario ad alta tassazione. Il Comune di Colturano, classificato come piccolo comune con elevato numero di addetti esterni, registra una performance negativa su tutte le categorie commerciali, con tariffe superiori alla media registrata per la stessa tipologia di comuni (basti pensare che sul settore industriale il costo dei rifiuti supera il valore medio del 118,5%). Pur avendo però un buon livello di raccolta differenziata (pari al 65,4%) e un’incidenza dei costi sulle utenze non domestiche inferiore rispetto alla media (45% su una media di 51,2%) il comune non riesce  contenere la pressione tariffaria sulle attività imprenditoriali.
Infine, da evidenziare la situazione del Comune di San Giuliano Milanese, che seppure registra performance positive rispetto ai valori medi di riferimento per i grandi comuni (con tariffe inferiori in tutte le categorie di attività e una riduzione del costo dei rifiuti pro-capite del 15,2%), non segna lo stesso corso per quel che riguarda la raccolta differenziata (ferma al 53,1%) e registra invece un’incidenza dei costi sulle utenze non domestiche pari al 65% (con un incremento del 19,1% rispetto alla media dei grandi comuni). Confcommercio attribuisce questa variazione delle performance in positivo alla possibilità che il «prezzo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti richiesto dalla società di gestione era incoerente, vale a dire eccessivo, rispetto alla quantità di rifiuti prodotta e questa anomalia è stata corretta nel 2018».

I primi dati di Confcommercio

primi-dati-confcommercio.pdf

Elisa Barchetta
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