Milano, via Bolla, De Corato: «Il Comune cerca alibi per ritardare gli sgomberi degli abusivi, alla faccia delle 23 mila persone in attesa da decenni»

ASCOLTA IL PODCAST «È il tipico modus operandi della Sinistra, edulcorato da belle parole, che consiste nel prendere tempo, scovando escamotage per garantire agli abusivi la permanenza illecita negli immobili e, addirittura, assicurare loro “soluzioni alternative”, cioè altri alloggi»

Via Bolla, Milano

«Il Comune si dichiara “pronto” a “procedere” con il piano per la riqualificazione delle case popolari di via Bolla, dopo dieci anni di totale noncuranza nei confronti delle occupazioni abusive all’interno dei condomini di edilizia popolare nel Gallaratese», commenta l’assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, in merito alle dichiarazioni dell’assessore al Welfare del Comune di Milano, Lamberto Bertolé, sullo stato di avanzamento delle operazioni di riqualificazione in via Bolla, «eppure, nonostante le promettenti affermazioni, Palazzo Marino è, di fatto, in stand-by, in attesa di acquisire da Aler il “censimento” – censimento che Aler, in realtà, ha già effettuato mesi e mesi fa e fornito al Comune – e i dati sulle “condizioni patrimoniali” degli inquilini di via Bolla, e, una volta ottenuti, sarà impegnato nella “valutazione dello stato di necessità” degli occupanti abusivi perché, ha sottolineato Bertolé, “a fronte di uno stato di necessità”, come la presenza di minori, bisogna provvedere a “soluzioni alternative”. I propositi di Palazzo Marino sul piano d’azione per riqualificare via Bolla sono al limite dell’assurdo: occupare illecitamente un immobile costituisce reato per la legge italiana, perciò lo sgombero degli occupanti dovrebbe essere immediato, e non preceduto dall’analisi dello stato di necessità. È il tipico modus operandi della Sinistra, edulcorato da belle parole, che consiste nel prendere tempo, scovando escamotage per garantire agli abusivi la permanenza illecita negli immobili e, addirittura, assicurare loro “soluzioni alternative”, cioè altri alloggi. Nel frattempo, 23.000 onesti milanesi, che rispondono a tutti i requisiti per ottenere un alloggio popolare, sono in attesa, nelle graduatorie comunali, da anni, nella speranza di essere ricontattati dal Comune e di entrare in una casa di cui hanno diritto».