Milano, via Bolla, De Corato: «Il Comune cerca alibi per ritardare gli sgomberi degli abusivi, alla faccia delle 23 mila persone in attesa da decenni»
ASCOLTA IL PODCAST «È il tipico modus operandi della Sinistra, edulcorato da belle parole, che consiste nel prendere tempo, scovando escamotage per garantire agli abusivi la permanenza illecita negli immobili e, addirittura, assicurare loro “soluzioni alternative”, cioè altri alloggi»
16 giugno 2022
«Il Comune si dichiara “pronto” a “procedere” con il piano per la
riqualificazione delle case popolari di via Bolla, dopo dieci anni di
totale noncuranza nei confronti delle occupazioni abusive all’interno dei
condomini di edilizia popolare nel Gallaratese», commenta l’assessore alla
Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, in merito alle
dichiarazioni dell’assessore al Welfare del Comune di Milano, Lamberto
Bertolé, sullo stato di avanzamento delle operazioni di riqualificazione in via
Bolla, «eppure, nonostante le promettenti affermazioni, Palazzo Marino
è, di fatto, in stand-by, in attesa di acquisire da Aler il “censimento”
– censimento che Aler, in realtà, ha già effettuato mesi e mesi fa e fornito al
Comune – e i dati sulle “condizioni patrimoniali” degli inquilini di via
Bolla, e, una volta ottenuti, sarà impegnato nella “valutazione dello stato
di necessità” degli occupanti abusivi perché, ha sottolineato Bertolé, “a
fronte di uno stato di necessità”, come la presenza di minori, bisogna
provvedere a “soluzioni alternative”. I propositi di Palazzo Marino sul
piano d’azione per riqualificare via Bolla sono al limite dell’assurdo:
occupare illecitamente un immobile costituisce reato per la legge
italiana, perciò lo sgombero degli occupanti dovrebbe essere immediato,
e non preceduto dall’analisi dello stato di necessità. È il tipico modus
operandi della Sinistra, edulcorato da belle parole, che consiste
nel prendere tempo, scovando escamotage per garantire agli abusivi la
permanenza illecita negli immobili e, addirittura, assicurare loro “soluzioni
alternative”, cioè altri alloggi. Nel frattempo, 23.000 onesti milanesi, che
rispondono a tutti i requisiti per ottenere un alloggio popolare, sono in
attesa, nelle graduatorie comunali, da anni, nella speranza di
essere ricontattati dal Comune e di entrare in una casa di cui hanno diritto».
16 giugno 2022