La spedizione umanitaria partita da Peschiera, sta tornando con donne, adolescenti e bambini ucraini. Supportate con una donazione il viaggio

Nei quattro furgoni diciotto persone da portare in salvo in Italia, prima tappa il Centro di prima accoglienza in Stazione centrale gestito dal Progetto Arca: «C’è una ragazza che parla italiano e quando le abbiamo chiesto come stava è scoppiata a piangere»

In alto la cena al Monastero Greco Cattolico Maica Domnului in località Cluj-Napoca nel cuore della Romania, il luogo e il momento conviviale. Sotto il cambio di una ruota e i mezzi militari diretti in Ucraina.


«Ciao a tutti, è stata una mattina complicata. Il recupero delle persone si è dimostrato molto difficile. Ora siamo finalmente partiti, con 18 persone tra bambini, donne e ragazzi, c’è anche una signora molto anziana» così spiegava un componente del gruppo questa mattina in una chat Whatsapp.  La carovana di aiuti partita da Peschiera Borromeo mercoledì mattina è quindi sulla strada del ritorno. Nei quattro furgoni, guidati dal Capo Scout del Gruppo Agesci Simone De Angeli, una volta consegnati i generi di prima necessità direttamente in Ucraina, poco più in là della frontiera di Siret, al confine fra la Romania e l’Ucraina, ci sono diciotto profughi in fuga dalla guerra. Persone comprensibilmente molto scosse: «C’è una ragazza che parla italiano e quando le abbiamo chiesto come stava è scoppiata a piangere». Grazie al fatto che un diacono greco cattolico è sposato con una ragazza orginaria di Peschiera Borromeo e ora residente in Romania, la spedizione ha potuto contare su un appoggio logistico per cenare. Gli equipaggi e i passeggeri si sono fermati così al Monastero Greco Cattolico Maica Domnului in località Cluj-Napoca nel cuore della Romania. Le suore del convento hanno rifocillato tutti i componenti della spedizione, con una cena ristoratrice. «I bambini e i ragazzi sembrano sereni. Gli adulti probabilmente sono stati quelli che emotivamente, anche per la responsabilità verso i ragazzi, hanno sentito di più il colpo. A tratti riposano. Cerchiamo di non correre troppo perché le strade non sono la fine del mondo» ha detto uno degli otto angeli milanesi partiti alla volta del confine di guerra. Non sono mancati gli imprevisti durante il tragitto, uno dei quattro furgoni ha dovuto fermarsi per cambiare una gomma bucata. Problema superato agevolmente in modo da riprendere la strada per casa. Fra i passeggeri, una signora con due figli e la nipote dirette a Torino; una madre con tre bambini, la più piccola ha 4 anni diretti a Garbagnate; una madre con due ragazzi che fanno le superiori. Un’altra mamma ancora con una bimba diretta ad Ancona, e l’ultima mamma, con un figlio diretta ad Altamura. Completano il gruppo dei passeggeri una signora, una minorenne non accompagnata, e un’altra giovane donna. Gli equipaggi dei furgoni si alterneranno alla guida, e l’arrivo in Italia è previsto per sabato mattina verso mezzogiorno. La spedizione che inizialmente avrebbe dovuto portare dal Centro della Croce Rossa di Bresso, è stata dirottata dalla macchina degli aiuti al Centro di prima accoglienza in Stazione centrale gestito dal Progetto Arca.

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