Raddoppio Paullese: bisognerà attendere fino al 2025?

Secondo Tangenziale esterna Spa la cantierizzazione corre il pericolo di slittare ancora nell’ipotesi in cui Città Metropolitana non riuscisse a scongiurare l’azzeramento dell’iter di approvazione prospettato dal Ministero dell’Ambiente, a seguito delle due varianti presentate dall’impresa incaricata di realizzare l’opera.

Dopo il rinvio al 2021 della cantierizzazione a causa dell’emergenza Coronavirus, il raddoppio della Paullese nel tratto compreso tra il ponte sulla Cerca e l’intersezione con la Tangenziale esterna potrebbe tornare alla casella di partenza. A sostenerlo sono i vertici di Tangenziale esterna Spa, concessionaria di A58 Teem. «L’impresa titolare dei lavori per il tratto A del II lotto - affermano in una nota stampa - ha redatto il Progetto Esecutivo introducendo due varianti rispetto a quello Definitivo, motivo per cui il Ministero dell’Ambiente ha prospettato un nuovo passaggio al CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), con conseguente azzeramento dell’iter istruttorio. L’eventuale (ri)-chiamata in causa del CIPE per il nulla osta alle varianti caldeggiato dal Ministero dell’Ambiente comporterebbe di fatto l’impossibilità materiale di avviare i cantieri». Per questo, sempre secondo Te Spa, il via alla realizzazione in 24 mesi del raddoppio corre il pericolo di slittare al 2023, costringendo i pendolari ad attendere fino al 2025 per poter percorrere le due corsie per senso di marcia. «La mancata riqualificazione - concludono - produce, fra le altre conseguenze, il perdurare di una fruizione parziale del ponte di scavalco della A58 a Paullo ultimato nel 2015 e costato 4mln di euro».

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