Riapertura delle scuole: da Trenord e Atm piano straordinario di potenziamento del servizio

Le aziende di trasporto pubblico incrementeranno sensibilmente le corse dei loro mezzi circolanti a Milano e hinterland. Piuri (ad Trenord): «Il sistema della mobilità è ovunque saturo già dalle 7 del mattino: occorre un impegno da parte di tutti»

Con la ripartenza della didattica in presenza per le scuole superiori, in programma per il 7 gennaio, Trenord e Atm hanno presentato il piano del potenziamento del trasporto pubblico per Milano e provincia. Sui mezzi pubblici, treni e bus, rimane in vigore il limite di riempimento massimo del 50%, stabilito per fronteggiare l’emergenza pandemica. A questo scopo, già a partire dal cambio orario del 13 dicembre 2020, sull’intero territorio lombardo, Trenord ha potenziato il servizio garantendo fino a più di 2150 corse nei giorni feriali, pari a 1milione e 41mila sedili, circa 21mila in più del 2019. «Occorre l’impegno di tutti per favorire un progressivo ritorno delle persone sui treni regionali - ha detto l’amministratore delegato di Trenord, Marco Piuri -. Stiamo mettendo a disposizione sulle linee lombarde la massima offerta possibile data la capienza dell’infrastruttura e la disponibilità di mezzi. Ma il sistema della mobilità è ovunque saturo nelle ore di punta, sulle strade come sui binari. Non si può ripartire tutti alle 7 del mattino. Il dopo Covid ci lancia questa sfida. Occorre coraggio da parte di tutti, istituzioni, imprese, scuola, università e commercio». Parallelamente Atm, l'azienda che gestisce il trasporto pubblico a Milano, introdurrà oltre 800 corse aggiuntive al giorno e 60 bus navetta che serviranno 32 tra istituti e plessi scolastici milanesi più frequentati, oltre alle scuole situate fuori dal Comune nel primo hinterland. «Abbiamo incrementato il servizio al massimo delle potenzialità – ha aggiunto il direttore generale di Atm, Arrigo Giana - ma rispettare il limite così stringente del 50% di portata dei mezzi pubblici è possibile solo se tutti si atterranno al piano contenuto nel documento del tavolo istituzionale, vale a dire ricalibrando gli orari della città almeno fino al termine dell'emergenza sanitaria». 

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