Videosorveglianza in residenze per anziani e disabili: c’è la legge regionale

Beccalossi: «Un importante passo avanti, ora cercheremo di estendere il provvedimento anche ad altre tipologie di strutture, come le scuole»

Solo l'anno scorso segnalati 114 casi di maltrattamenti in strutture di cura

«Un ulteriore, importante tassello che va nella direzione di un sistema socio-sanitario realmente efficiente e vicino ai bisogni dei cittadini, soprattutto quelli più fragili». Così Antonio Saggese, consigliere e componente della Commissione regionale Sanità e Politiche sociali, ha accolto l'approvazione, da parte del Consiglio regionale, della Legge che destinerà contributi pari a 1.400.000 euro per l'installazione di sistemi di videosorveglianza all'interno delle residenze per anziani e per disabili in Lombardia. In base ai dati recentemente forniti dai Nas (Nuclei anti sofisticazione) dei carabinieri che, tra il 2014 ed il 2016, hanno effettuato oltre seimila controlli in strutture sanitarie, socio assistenziali e centri di riabilitazione in tutta Italia, sono stati riscontrati il 28% di casi di non conformità alla regole. Ciò ha portato all’esecuzione di 68 arresti ed al sequestro di 178 strutture. Solo l'anno scorso, sono stati segnalati ben 114 casi di maltrattamenti, 16 di lesioni personali e altrettanti di sequestro di persona. «L’installazione di sistemi di videosorveglianza all’interno delle RSA – prosegue Saggese - costituisce quindi, da una parte, un elemento di maggiore tranquillità per le famiglie di anziani e disabili non autosufficienti, bisognosi di continua assistenza, e dall’altra un deterrente per evitare ogni tipo di abuso da coloro che operano in tali strutture, o addirittura da soggetti esterni». Soddisfazione anche da parte di Viviana Beccalossi, assessore regionale a Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città metropolitana, che ha annunciato l’intenzione di applicare una estensione del provvedimento. «Stiamo già guardando oltre – ha fatto sapere l’assessore -: vogliamo valutare se, anche attraverso nuove disposizioni urbanistiche, sia possibile aumentare la presenza di telecamere e sistemi di videosorveglianza sia nelle città sia in strutture nelle quali sarebbe auspicabile una maggiore possibilità di controllo, come ad esempio le scuole. E a chi critica temendo l'effetto “grande fratello”, rispondo che sono disposta ad accettare qualche telecamera in più se queste possono aumentare la sicurezza nelle città e soprattutto in centri dove gli ospiti devono essere rispettati e seguiti al meglio».
Redazione Web