Appello alle istituzioni contro il caro trasporti

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato in difesa della Scuola Pubblica di Crema riguardante il caro trasporti.


Alla c.a. delle istituzioni, delle associazioni, dei presidi, dei sindacati.
Da ottobre, come Comitato in difesa della scuola pubblica, abbiamo intrapreso una mobilitazione contro il caro trasporti perché siamo convinti che il diritto allo studio non si difenda solo pretendendo una scuola pubblica e di qualità, ma rendendola realmente accessibile a tutti. In questo senso è inevitabile e fondamentale puntare l'attenzione sui costi di accesso all’istruzione, che comprendono le spese per i libri scolastici, i trasporti, le mense, le tasse, i contributi, ecc.
Negli ultimi anni questi costi sono andati sempre più aumentando, fino a costituire di fatto un ostacolo non da poco. La sola Federconsumatori nell’agosto 2011 ha lanciato “l’allarme caro libri”, basato su un'inchiesta che mostrava come, in media, a uno studente di prima superiore l'acquisto dei libri di testo costi 423,00 € (a questo costo va aggiunta la somma relativa all'acquisto del materiale scolastico).
Da quest’anno si sono aggiunte altre spese, nella fattispecie relativamente alle tasse/contributi scolastici e al trasporto. La prima voce di spesa è suddivisa in due: le tasse ministeriali obbligatorie per tutti (fatta eccezione per i meritevoli e le famiglie con bassissimo reddito) che, in quinta superiore, ammontano a 48,38 euro (6,04 € di iscrizione, 15,13 € tassa di frequenza, 12,09 € tassa d’esame, 15,13 € tassa di diploma), e, per far fronte ai tagli ai trasferimenti statali, i contributi di laboratorio richiesti dagli istituti, volontari ma spesso mascherati da obbligatori, che la quasi totalità delle famiglie paga per fornire un aiuto economico, e che ammontano a 180 euro annui (a famiglia).
La voce di spesa “trasporti scolastici” è ancora più pesante. I ragazzi che provengono da fuori Crema (più di 3000) sono letteralmente costretti a pagare il servizio di trasporto pubblico tramite autobus per dirigersi a scuola, dato che non hanno possibilità, specialmente in inverno, di viaggiare in altro modo. Tale servizio viene pagato cospicuamente: si parla di 2,10 € a biglietto ordinario per chi viene da Trescore (moltiplicati per tutti i giorni scolastici), di 2,50 € per chi viene da Pandino, 70 € di abbonamento mensile per chi viene dalle zone del milanese.
Simili costi incidono necessariamente sull’istruzione e, in un momento di crisi come questo, in cui molte famiglie non arrivano a fine mese, pagare simili cifre non è indifferente, e l’abbandono scolastico per molti potrebbe divenire una prospettiva plausibile. Non va dimenticato che in Italia l’abbandono scolastico è del 18,8 % e che una delle cause è spesso economica, come numerose inchieste giornalistiche hanno ampiamente dimostrato.
Come se non bastasse, il costo del trasporto ha subito un aumento del 23% in un solo anno, a cui le famiglie fino a 4-5 mesi fa cercavano di reagire acquistando l’ormai famoso abbonamento settimanale dalla durata di 5 giorni, il cui prezzo non superava i 14/15 euro, una somma meno fastidiosa e faticosa rispetto ai 70-80 euro, pagati in una sola volta, per il mensile. inoltre per molti studenti (un migliaio), il settimanale 5 gg era naturalmente più comodo, in quanto la scuola prevede lezioni fino al venerdì; l'acquisto di tale abbonamento risparmiava agli utenti di pagare inutilmente il servizio del sabato e della domenica.
A marzo è stato improvvisamente tolto l’abbonamento 5 gg; alle proteste degli studenti e dei pendolari l’azienda Adda trasporti, durante un tavolo di trattativa in Provincia con i rappresentanti d’istituto degli studenti, ha risposto: “L’abbiamo tolto in modo che parte degli studenti si sposti sugli abbonamenti mensili e annuali, facilitandoci la programmazione economica dell’azienda. È inoltre un provvedimento che ostacola maggiormente l’evasione del biglietto”.
Tuttavia, stando a dati forniti dalla stessa azienda, l’evasione suddetta è piuttosto bassa: su 53.302 passeggeri controllati le multe emesse sono state 2.294; il tasso di evasione è del 4,3%. Se il problema reale fosse di questo tipo, non basterebbe aumentare i controlli sui mezzi?
La questione riguarda quindi la "programmazione aziendale" e per noi studenti è intollerabile che per un motivo simile si danneggino così oltre 3000 studenti e migliaia di lavoratori pendolari.
Per questo motivo abbiamo organizzato iniziative di protesta: dalle assemblee studentesche a quelle con i genitori, dai volantinaggi ai comunicati stampa, dalla biciclettata di boicottaggio dell’azienda organizzata a Trescore Cremasco, al corteo studentesco.
Ma l’Adda trasporti non sembra ascoltare; il Consiglio Provinciale ha votato una mozione con cui di fatto si chiede la reintroduzione del 5 gg, ma l'impressione è che la Giunta non si stia impegnando in tale direzione.
Abbiamo quindi deciso di sollevare nuovamente la questione, lanciando un appello a tutte le realtà associative del territorio e a tutte le istituzioni coinvolte, che non sono solo i sindaci e i consigli comunali, ma anche i presidi, visto che la mobilitazione con le prime raccolte firme è partita dalle loro scuole. Scriviamo anche a sindacati e partiti, i primi in quanto sono coinvolti con vertenze per il miglioramento del servizio e delle condizioni dei lavoratori, i secondi perché non si può fingere la questione della mobilità non sia una questione politica. Durante tutta la primavera molti partiti si sono esposti in prima persona, ma crediamo che il momento decisivo sia questo.
Crediamo che solo con l’informazione si possa far capire il problema reale che stanno vivendo gli studenti.
In questo periodo si stanno preparando i bandi di gara per l’assegnazione del trasporto locale e di fatto si deciderà il futuro del trasporto della Provincia per i prossimi 7 anni. Fare pressione in questo momento sulle aziende e sulla Provincia di Cremona perché si faccia reinserire il settimanale 5 giorni e perché migliorino anche le condizioni di viaggio dei pendolari studenti o lavoratori è importante.
Noi chiediamo la reintroduzione del 5 giorni, la rateizzazione mensile dell’annuale, la partecipazione delle associazioni studentesche, dei pendolari e dei sindacati nelle decisioni di politiche di mobilità e l’impegno ad un progressivo abbattimento del costo della mobilità e dei costi di accesso all’istruzione.

Il Comitato in difesa della Scuola Pubblica di Crema