Evasione dal carcere minorile Beccaria di Milano, il Sindacato di Polizia Penitenziaria: «Evento “annunciato” da tanti segnali nelle ultime settimane»

Di Giacomo: «Tra le priorità è necessario pensare agli istituti per minori per potenziarne il ruolo effettivo di rieducazione oltre all’adeguamento delle strutture carcerarie esistenti, fatiscenti e vetuste»

Il carcere minorile Beccaria

Il carcere minorile Beccaria

«Dopo la clamorosa evasione di Natale di sette giovani detenuti dall’Istituto per minori Beccaria di Milano e la rivolta scatenata sarebbe facile dire che da alcune settimane avevamo lanciato l’allarme sulla situazione degli istituti per minori. Lo abbiamo segnalato con l’evasione di due detenuti dell’Istituto penitenziario minorile di Nisida (ripresi dopo poche ore), le rivolte a Potenza e ad Acireale, che c’era e ci sono ancora chiari segnali che gli istituti per minori hanno raggiunto livelli allarmanti con una situazione diventata ingestibile e per certi aspetti inedita rispetto al passato». Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo, che aggiunge: «nel giro di poche settimane ci sono state aggressioni al personale penitenziario e rivolte a testimonianza che se non si interviene con fermezza e per tempo il controllo è destinato a sfuggire di mano proprio come accade nelle carceri per adulti». Secondo Di Giacomo, non solo l’attuale sistema carcerario per minori non solo non servirebbe a nulla ma si rivelerebbe una sorta di scuola per delinquere: «il 90% di chi entra in un istituto per minori si avvia verso una “carriera criminale” passando come stadio successivo immediato al carcere normale. Il fenomeno delle baby gang insieme alla tendenza all’emulazione dell’atteggiamento dei “grandi” che comandano dalle celle sono due aspetti nuovi da affrontare». Per questo, secondo il segretario S.PP., sarebbe necessario intervenire con urgenza: «Il primo problema è infrastrutturale oltre che di personale. Abbiamo ascoltato dal neo Ministro Nordio programmi di recupero di vecchie caserme perché l’edilizia carceraria è uno dei nodi da affrontare. Tra le priorità è necessario pensare agli istituti per minori per potenziarne il ruolo effettivo di rieducazione oltre all’adeguamento delle strutture carcerarie esistenti, fatiscenti e vetuste».

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