Milano: il Tar boccia la chiusura di una sala slot da parte del Comune
Il locale era stato chiuso d’ufficio a febbraio perché vicino a “luoghi sensibili”. I giudici: «Scelta del Comune dettata da una aprioristica avversione contro il gioco»
29 ottobre 2014
La lotta alla ludopatia che vede impegnato il Comune di Milano ha dovuto incassare un duro colpo ad opera del Tribunale amministrativo regionale, che ha rigettato un provvedimento risalente allo scorso mese di febbraio. Allora palazzo Marino aveva imposto d’ufficio la chiusura della sala slot e scommesse aperta solo pochi giorni prima all’angolo tra via Cimarosa e corso Vercelli, facendo appello alla legge regionale contro il gioco d’azzardo e al nuovo regolamento edilizio comunale. Tali normative ponevano infatti una rigida regolamentazione delle distanze che devono intercorrere tra questi esercizi e luoghi considerati “sensibili”, come scuole, oratori o centri di aggregazione. Il provvedimento di chiusura adottato dal Comune si basava proprio sulla estrema vicinanza della nuova sala slot a un istituto scolastico ed a una parrocchia. Ora, però, a seguito del ricorso presentato dalla società proprietaria della sala di via Cimarosa, i giudici del Tar milanese hanno bocciato l’ordinanza di palazzo Marino, giudicandola «connotata da un'istruttoria carente, indotta da mere presunzioni che costituiscono espressione di una aprioristica avversione nei confronti del gioco e delle scommesse». Alla luce di ciò, il Comune ha già reso nota l’intenzione di ricorrere al Consiglio di Stato. «Riteniamo, dati alla mano, che ci sia una grave emergenza ludopatia a Milano – ha spiegato Ada De Cesaris, assessore milanese all’Urbanistica - . Noi andiamo avanti, anche la Corte costituzionale ha confermato il potere dei sindaci nella lotta alle ludopatie».
Redazione Web
29 ottobre 2014
StefanoF. :
Aprioristica avversione contro il gioco d'azzardo. Ciò che servirebbe ad un gran numero di italiani! | giovedì 30 ottobre 2014 12:00 Rispondi