Milano, l’edilizia popolare di Bruzzano tra degrado e abbandono

Incuria, manutenzione dimenticata, appartamenti e stabili fatiscenti. La vita impossibile dei residenti delle case popolari diventa anche un caso politico

Periferia di Milano, quartiere Bruzzano. Gli stabili di edilizia popolare, in cui trovano alloggio migliaia di persone, sono un pessimo esempio di incuria e abbandono. Nei pressi del noto ospedale ortopedico Galeazzi negli stabili adibiti a case popolari la vita è ormai insopportabile. Le gronde a vista d'occhio tracimano acqua e le facciate dei palazzi sono impregnate al punto che negli appartamenti l'umidità rende gli ambienti invivibili. 
Sulla vicenda è recentemente intervenuto Massimiliano Bernazzani, di professione architetto, esperto di lavori pubblici e referente del Comitato di Zona. Bernazzani, a margine di una recente visita presso il quartiere Bruzzano ha denunciato la situazione che da anni risulta un problema che nessuno vuole affrontare ma che è causa di bassissimi livelli di vita per coloro che in quell’area risiedono. I commenti dei cittadini intervistati circa la situazione attuale lasciano poco all’immaginazione. «Guardo il meteo al mattino nel terrore che venga a piovere, perché so che due stanze di casa saranno allagate» dice una signora 70enne. Le fanno eco una donna in gravidanza («Non sposto l'armadio perché so che per la muffa dietro ho una colonia di insetti e nei bagni ciechi, l'areazione di espulsione dell'aria è guasta da mesi per tutto il palazzo e gli odori sono insostenibili») e un padre di famiglia («Nel cortile del complesso dei palazzi c'è un cantiere abbandonato privo di recinzione e di messa in sicurezza da mesi. Temiamo per i nostri bambini»). 
Il degrado che attanaglia l’edilizia popolare di Bruzzano è recentemente diventato anche un caso politico. Riccardo Truppo, dirigente e componente dell'Assemblea Nazionale di Fratelli d'Italia, ha avviato insieme al Comitato una raccolta di segnalazioni e intende, da avvocato, prestare assistenza ai residenti. «Ci si chiede come sia possibile lasciare le persone in uno stato di abbandono simile, privandole dei loro diritti minimi ed essenziali. Qui le famiglie abitano da anni e non vogliono abbandonare le loro case e i loro affetti per poche e semplici azioni manutentive rimaste inattuate». Il comitato di zona ha le idee chiare e raccoglierà adesioni per mettere le cose in chiaro con l'amministrazione centrale. «Ci auguriamo  -è la chiosa dell'architetto Bernazzani-  di trovare un dialogo costruttivo per risolvere questi problemi in poche settimane perché stanno causando gravi danni alle persone. Speriamo che l'amministrazione sia ragionevole e non ci costringa a vere e estenuanti lunghe  battaglie».

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