A Pandino si dimettono il Sindaco e la maggioranza, elezioni a maggio

Il 5 febbraio, con un vero colpo di teatro, il sindaco di Pandino, Donato Dolini, e tutta la sua maggioranza hanno rassegnato le dimissioni dal proprio incarico. Dimissioni irrevocabili: a maggio a Pandino si vota, con due anni di anticipo rispetto al previsto. Dolini, Pd, era al suo secondo mandato, dopo essere stato per tre anni assessore ai lavori pubblici. Ultimamente era nell'occhio del ciclone per alcune scelte contestate: i banchi del mercato di fronte alla chiesa il sabato pomeriggio (e il parroco vuole siano spostati), la chiusura dei campi da tennis, i debiti del centro sportivo, la quarta rata Tares arrivata spesso mal conteggiata, la variante al Pgt in corso, i dissapori con animalisti, scout e commercianti.

Il Sindaco ha spiegato che la sua scelta è di protesta "verso la politica di smantellamento delle autonomie locali che è stata attuata da tutti i governi in carica, nessuno escluso. Questi anni li abbiamo impiegati ad inseguire provvedimenti di legge sempre più numerosi e confusi: l’inasprimento del Patto di Stabilità che ha bloccato le nostre risorse impedendoci di spenderle, i tagli ai trasferimenti che ci hanno tolto ulteriori risorse e che oggi si sono ridotti quasi a zero, la continua e contraddittoria introduzione di vincoli che hanno fortemente limitato la nostra autonomia operativa, fin quasi a raggiungere la paralisi. Invece di dedicarci ai progetti che avevamo in programma, dall’estate del 2010 abbiamo dovuto ripensare tutta la strategia degli interventi per salvare il salvabile".
In più, c'è paura verso il futuro: «I sindaci, per poter avere nel 2014 le stesse entrate del 2013 sono stati autorizzati dal Governo ad aumentare le aliquote oltre il massimo consentito, cioè ad aumentare ancora le tasse ai propri cittadini». E dato che Dolini si rifiuta "di chiedere ai miei concittadini altri sacrifici per conto terzi. Però continuo ad avere grande rispetto per l’istituzione che ho l’onore di rappresentare e non potrei mai venir meno al mio dovere di sindaco. Anche per questo ho deciso di dimettermi". Ha detto di essere stanco e logorato e che "è meglio lasciare che sia una nuova Amministrazione, sicuramente più fresca, speriamo anche più brava, ad affrontare le sfide che ci aspettano, avendo cinque anni a disposizione per farlo".
La scelta di farlo ora è per andare a elezioni a maggio: «Dimettersi anche solo tra una settimana o due avrebbe voluto dire un lungo periodo di commissariamento, e io non voglio che questo accada. Per questo la mia decisione doveva obbligatoriamente essere presa adesso».
Ha fatto eco con una dichiarazione l’assessore all’urbanistica Fabio Fornoni: «Non voglio più essere rappresentante dello Stato se questo significa essere un esecutore che tassa e deve solo togliere servizi ai cittadini che rappresento! Non mi sono candidato per questo e contro questo sistema ora agisco con l’atto più estremo che possa fare!».
Quindi l’assessore Alessio Marazzi: «Penso al lavoro svolto, penso al lavoro che si è interrotto, penso a quanto c’è da fare per finire quello che ho iniziato. Ma penso anche alla difficoltà di lottare in un mare in tempesta senza strumenti idonei, penso alle scelte che abbiamo potuto fare ma soprattutto a quelle che non abbiamo potuto fare».
Silvia Tozzi