Caso Carella: dubbi, domande e silenzi...

Intanto, la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per assicurarsi che i tre non fossero schierati in trincea dalla parte sbagliata. Ipotesi possibile o improbabile? Lo sveleranno le indagini. Insospettiscono le iniziali dichiarazioni relative alla “2 steam”, agenzia di sicurezza inesistente. Tra i tre c’è Vittorio Carella, di Peschiera Borromeo (MI), metronotte.
La villetta della famiglia ha le serrande abbassate, ma le finestre aperte. Al piano terreno, lo studio dell’architetto Erminio Carella è deserto. I telefoni e i citofoni squillano a vuoto, ma dopo un po’ qualcuno viene a chiedere chi stiamo cercando. «Non ci sono, non vede che è tutto chiuso?». Ma in quella villetta ci abita solo la famiglia. È infatti la madre di Vittorio a parlare e, alle richieste di dichiarazione, si dilegua con il marito e la nipotina. Qualcuno, dalla casa di Francesca Carella, ci dice che non si rilasciano ulteriori dichiarazioni. Erminio apparentemente è in ferie, ma una fonte ci rivela che è stato visto in città qualche giorno fa e non vuole parlare della questione. Di Vittorio tanti ignoravano la professione, ma non proprio tutti. Qualcuno ci dice qualcosa di più: «È sempre stato riservato e schivo in merito al suo lavoro, non ho mai saputo cosa facesse, ma aveva fatto intendere di lavorare nell’ambito della sicurezza in Libia». Poi si corregge o precisa una dichiarazione, dettata forse dall’influenza mediatica del momento, dicendo: «All’estero».

Walter Tango