Peschiera Borromeo, i narcos di San Bovio “beccati” con 10 kg di cocaina purissima e 227mila euro in contanti

Il tesoro dei due pusher marocchini del valore di 3 milioni di euro scoperto dai carabinieri dopo un rocambolesco inseguimento sulla Vecchia Vigevanese

Due uomini di nazionalità marocchina, di 45 e 22 anni, domiciliati a San Bovio una frazione peschierese, sono stati tratti in arresto dai militari dell’Arma mercoledì 3 giugno e condotti al carcere di San Vittore. Ad arrestarli sono stati i carabinieri della stazione di Cornaredo con l'auto dei colleghi della compagnia di Corsico, guidati dal capitano Pasquale Puca, che hanno così messo a segno uno dei più "ricchi" sequestri di droga mai realizzati dai militari a Milano. I due narcos a bordo della loro Toyota Corolla, stavano percorrendo la Vecchia Vigevanese a Trezzano nel Naviglio, quando improvvisamente alla vista di una Gazzella dell’Arma che gli intimava l’alt per un controllo di routine, hanno accelerato, dando vita ad un inseguimento rocambolesco, quando gli uomini dell’Arma sono riusciti a bloccare la macchina, la fuga è proseguita a piedi. I due criminali raggiunti, immobilizzati e identificati, sono risultati pregiudicati con numerosi precedenti penali. I militari hanno cercato di capire il perché di quella folle corsa e hanno così deciso di perquisire l'abitazione dei due, che vivono a Peschiera Borromeo, nella frazione di San Bovio. All’interno del loro appartamento, nascosti in un mobile, i carabinieri hanno scoperto 10 kg di cocaina purissima in panetti sigillati da 1kg cadauno. La sostanza stupefacente tagliata più volte, avrebbe permesso ai due d'incassare circa tre milioni di euro. Inoltre sono stati rinvenuti 227mila euro in contanti, molti dei quali divisi in mazzette e messi sottovuoto e gli strumenti del perfetto spacciatore. Così sono scattate le manette con le accuse di detenzione ai fini di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale e si sono aperte le porte del carcere di San Vittore. Gli inquirenti stanno indagando fra i contatti dei due narcos per venire a capo della fitta rete di spacciatori che i due criminali rifornivano in tutta la provincia di Milano.