Prima udienza del processo per la morte di Andrea De Nando: l'imputato ha chiesto il patteggiamento
La madre di Andrea De Nando commenta la prima udienza del processo per la morte del 15enne peschierese.
28 ottobre 2011
Al patteggiamento. Così si conclude la prima udienza in Tribunale, celebrata il 26 ottobre, dopo la scomparsa di Andrea De Nando (nella foto), quindicenne peschierese colpito dalla violenza stradale il 29 gennaio scorso. La famiglia di Andrea era presente in aula, assieme ai legali delle parti in causa. Assente l’imputato. Apprendiamo lo svolgimento dell’udienza da Elisabetta Cipollone De Nando, la madre: «Si è arrivati al patteggiamento – è il commento amaro, ma lucido, di Elisabetta –. Ci sarà una prossima udienza il 15 dicembre. In aula, noi non avevamo il diritto di intervenire: chi è imputato, ha invece il diritto di non presentarsi in aula e di ricevere ancora un mese e mezzo di tempo. Il giudice si è espresso chiedendo almeno di risarcire la mia famiglia, prima di procedere al patteggiamento, come se il sangue di mio figlio fosse ripagabile con moneta. Ho perso questa battaglia e sono pronta a perdere la prossima anche il 15 dicembre. Ma non perderò la guerra: la mia lotta perché in Italia ci sia giustizia». Elisabetta Cipollone è infatti in contatto con una rete di iniziativa civile, che dà battaglia per introdurre in Italia l’abolizione del patteggiamento e il reato di omicidio stradale, con pene meno morbide. La rete è attiva sia a livello sociale, come con la mostra fotografica Basta!, svoltasi a ottobre a Milano, sia a livello politico, con la Tavola Rotonda realizzata dall’autrice d’inchiesta Barbara Benedettelli, presso la Camera dei Deputati di Roma, il 29 settembre scorso, in presenza della Commissione Parlamentare Trasporti. «La giustizia in Italia è latitante – conclude Elisabetta Cipollone –. Nel caso di questo processo, l’imputato la farà franca. Ma si guardi nell’anima. Passi davanti a un cimitero e ricordi che uno dei miei figli l’ha mandato nella tomba. Io non chiedo che marcisca in galera: mi basta che sconti un mese. E invece la giustizia italiana sconta ai colpevoli la pena dovuta. A me sembra un mercato. Ma la sconfitta di oggi mi dà ancora più forza per continuare la mia lotta. Diamo un bel segnale agli italiani: 5000 morti all’anno sulle strade, non sono una priorità sufficiente perché il Governo cambi la legge?».
Marco Maccari
Marco Maccari
28 ottobre 2011