Spende 400mila euro per una nuova casa e non può stare neanche sul balcone

Stiamo seguendo la vicenda delle case di Bellaria da parecchio tempo, ma stasera, ospiti di un acquirente di uno degli appartamenti del nuovo insediamento, per la prima volta entriamo nel complesso, nella casa costruita da uno degli operatori peschieresi.

Saliamo al quarto piano di uno degli appartamenti. Il signor Luigi ha speso circa 400mila euro per cinque locali, a una distanza di circa 300 metri in linea d’aria dalla sua precedente abitazione. La moglie è a letto, ammalata; questa vicenda sta mettendo a dura prova l’equilibrio psicofisico delle famiglie che malauguratamente decisero tre anni orsono di comprare casa qui. Entriamo nel suo splendido salotto: non c’è che dire, una casa stupenda, ottimamente rifinita e con dei grandi serramenti che danno sul lungo e ampio balcone perimetrale che volge a Sud. Proprio di fronte al lato Nord dello stabilimento della Mapei di Mediglia. Circa 70/80 metri in linea d’aria separano la casa e l’azienda chimica. Sono le undici di sera, il proprietario ci invita a uscire sul balcone, apre la porta-finestra e subito un rumore cupo e continuo si fa strada nell’abitazione. Dopo un passo sul balcone, il rumore che proviene dallo stabilimento è talmente fastidioso che impedisce la comprensione fra due persone che parlano senza guardarsi in faccia. «In estate dobbiamo tenere le finestre chiuse, non possiamo neanche andare sul balcone, tutte le notti è così – ci racconta Luigi –. Il nostro appartamento doveva dare sul parco e invece guarda qua. Nonostante abitassi qui vicino, quando visitai l’area prima dell’acquisto non mi resi conto di quanto fosse vicina la Mapei e del rumore che provocasse. Ho provato anche a recedere dall’acquisto appena me ne resi conto ma la penale ammontava al 20% del prezzo della casa e oltre i 40mila euro che avevo dato come caparra, avrei dovuto pagarne altrettanti».
«Allora – conclude –  fummo costretti ad andare fino in fondo, e ora ci ritroviamo una casa che non ha neanche l’agibilità».
Giulio Carnevale