Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lodi nei giorni scorsi ha scagionato 13 persone per il crack di Genia, l’ex multiservizi del Comune di San Giuliano milanese dichiarata fallita nel 2015. Tra loro anche i due ex sindaci Marco Toni (sotto la cui Amministrazione Genia fu fondata nei primi anni 2000) e Alessandro Lorenzano. La Procura lodigiana aveva chiesto il rinvio a giudizio, ma il Gip ha sentenziato l’assoluzione degli imputati che avevano chiesto il rito abbreviato e prosciolto quanti non avevano chiesto riti alternativi. «A distanza di 11 anni – commenta l’attuale primo cittadino, Marco Segala - il Giudice ha assolto tutti: ex sindaci, i presidenti del Consiglio di Amministrazione e i relativi componenti, i revisori dei conti e il management di Genia Spa. Le sentenze si rispettano e non si commentano: attenderemo i 90 giorni per leggere le motivazioni. Una prima considerazione riguarda gli effetti del crack finanziario della multiservizi: la comunità ha perso la proprietà di scuole, impianti sportivi, teatro, terreni, alloggi popolari e tanto altro; la comunità ha pagato le parcelle di legali, consulenti e professori, ha accantonato i denari per il concordato fallimentare per riacquisire il patrimonio. Ma non vi è un responsabile». Resta ancora in sospeso lo stralcio del procedimento per Genia Energia, per il quale sono imputati solo l’ex presidente Fazioli e due membri del Cda. «Una seconda considerazione, da garantista – conclude Segala -, nei confronti di chi è stato additato per un decennio come colpevole a prescindere: fermiamo la barbarie dei processi sommari sui giornali, distinguiamo la responsabilità politica da quella giudiziaria. E rispettiamo sempre le persone».