San Giuliano Milanese, l'incendio alla Nitrolchimica sarebbe stato innescato da un errore umano, uno dei feriti è gravissimo

Secondo la Procura di Lodi, durante l'opera di compattamento di alcuni rifiuti speciali ci sarebbe stato uno scoppio e poi le prime fiamme, nel tentativo di spostare una cisterna col muletto l'incendio si sarebbe propagato velocemente interessando anche gli operai presenti

L'incendio ripreso dall'alto

L'incendio ripreso dall'alto

«Tranne la palazzina uffici, l'azienda è andata completamente distrutta ma l'unico pensiero al momento è rivolto ai due feriti e ai loro familiari. I miei collaboratori sono la mia famiglia, sono la cosa più importante che ho», lo afferma all'ANSA Riccardo Bellato, amministratore della Nitrolchimica. L'azienda di San Giuliano Milanese distrutta ieri da un incendio nel quale due dipendenti sono rimasti feriti, uno in modo grave, e altri quattro sono rimasti intossicati, si dice "a disposizione degli Enti preposti per ogni accertamento". Sergio De Donato il lavoratore, di 44 anni, che ha riportato le conseguenze più serie è stato trasferito dal San Gerando di Monza al Centro grandi ustionati dell'ospedale di Niguarda (Milano). Le sue condizioni restano gravi a causa delle ustioni di secondo e terzo grado su volto, torace ed altre parti del corpo. Secondo le prime indagini coordinate dalla Procura di Lodi, durante  nel momento dello scoppio De Donato stava inserendo materiale di scarto all’interno di una macchina di compattamento ed estrazione, un grosso container dove vengono raccolti rifiuti e materiale destinato ad essere smaltito. L’incendio sarebbe partito proprio in quel momento, provocando la «liberazione di una grande quantità di energia» che ha portato alla detonazione. «L’ipotesi è che la macchina di compattamento ed estrazione abbia avuto una reazione con qualcosa che non doveva finire lì», aveva spiegato in mattinata Edoardo Cavalieri D’Oro, direttore del Nucleo Nbcr (nucleare - biologico - chimico - radiologico) dei vigili del fuoco di Milano. A quel punto, secondo l’esito dei primi accertamenti coordinati dal procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, l’operaio avrebbe cercato di allontanare con un muletto una cisternetta gir in plastica e metallo, che aveva preso fuoco. Una manovra, pare, non consueta, che poi ha portato al disastro: l’incendio ha infatti avvolto il muletto e l’operaio stesso, coinvolgendo anche un collega 37enne, ora ricoverato al San Paolo. A quel punto le fiamme hanno intaccato altre cisterne e come in una reazione a catena si sono estese al resto dell’impianto in un susseguirsi in rapida serie di almeno tre esplosioni. Nel frattempo in queste ore i vigili del fuoco stanno spegnendo i focolai del maxi-incendio mentre lentamente le fabbriche vicine riprendono le attività. I detriti del fabbricato vengono rimossi con gli escavatori. Allo stesso tempo viene poco a poco smantellato il capannone dove si trova uno dei magazzini nei quali si è verificata l'esplosione che ha provocato, a causa dell'incendio con fiamme altissime, conseguenze per i dipendenti. Il lavoro dei pompieri - che ieri sono intervenuti con una ventina di squadre e un centinaio di persone - proseguirà a lungo, sicuramente almeno per tutto il giorno.