Marco Iannacone, segratese, è l'inventore del rivoluzionario tablet per bambini dislessici

Un prodotto segratese “originale”, EdiTouch il primo tablet a supporto dei bambini dislessici, nato dall’intuizione e dalla tenacia di un segratese altrettanto “originale”, Marco Iannacone. Lo abbiamo conosciuto e intervistato in occasione di un convegno organizzato dal comune di Segrate, in collaborazione con l’AID - Associazione Italiana Dislessia -, dal titolo “Dislessia: Conoscerla e Viverla”.

Questa è la sua storia: Marco, informatico poco più che quarantenne, si scopre papà di un bambino dislessico e, come capita a tanti altri genitori, si trova a condividere con il figlio difficoltà e disagi a scuola. Così, non soddisfatto delle soluzioni per la dislessia disponibili sul mercato, decide di costruirne una ad hoc per il proprio bambino e, da bravo informatico, crea un tablet, EdiTouch, completo di “Voice App” - programmi vocali -, un ebook reader, una calcolatrice, un dizionario, un software per creare mappe concettuali con cui schematizzare i concetti da studiare e un corso di inglese. «Leggere e scrivere – ci racconta Marco - sono considerati atti così automatici che spesso risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico. Nell’impegnarsi a leggere, questi bambini spesso finiscono per non comprendere il significato del testo. Per questo è meglio ascoltare qualcuno che “legge” per loro».
Torniamo alla storia. La sua “invenzione” suscita subito interesse e il desiderio di condividere con altri ciò che sta aiutando suo figlio lo porta a decidere di autofinanziare un progetto utile anche agli altri. Fonda con questo obiettivo, nel 2012, la start up Digitally Different Srl, di cui è amministratore, per sviluppare e commercializzare il tablet EdiTouch. Di cosa si tratta? «Semplicemente di uno strumento compensativo integrativo al metodo tradizionale – ci spiega Marco - utilizzabile nell’attività scolastica giornaliera in aula come a casa per lo svolgimento dei compiti. Leggero, intuitivo - i nostri figli sono “nativi digitali” - con un formato che ricorda quello dei quadernoni che si usano alla scuola primaria. Siamo stati i primi – dice con giusto orgoglio - a realizzare un progetto con una soluzione completa e a basso costo. Abbiamo ritenuto importante fin dall'inizio coinvolgere tutte le figure che ruotano intorno all'educazione del bambino: genitori, insegnanti, neuropsichiatri, psicologi, logopedisti, educatori all'interno di un contesto informale in cui ognuno potesse dare il proprio contributo e condividere le difficoltà o le strategie che risultano più efficaci. Attraverso le sperimentazioni che stiamo portando avanti in alcune scuole - la soluzione è attualmente oggetto di una sperimentazione scientifica in sette scuole romane sotto la supervisione dell’Università di Roma e dell’ASL -, stiamo lavorando per identificare i requisiti anche per la scuola secondaria, per questa ragione abbiamo identificato un hardware più potente e adatto a questo ambito». A illustrare cosa sia la dislessia e come la si possa riconoscere, sono stati gli interventi successivi. «Si calcola oggi – ha affermato una rappresentante dell’AID – che questo disturbo riguardi tra il 4 e l’8% della popolazione scolastica. E non si tratta di un deficit intellettivo, né di una malattia o un handicap, ma di una differente modalità di funzionamento dei processi mentali dei bambini che risultano spesso vivaci, creativi e dotati di una intelligenza superiore alla media, ma con difficoltà a svolgere alcune attività di base quali la lettura o l’esecuzione a mente di semplici calcoli. E dalla dislessia non si guarisce - proprio perché non si tratta di una malattia -, ma attraverso il lavoro fatto con specialisti e l'utilizzo di particolari strumenti il bambino può compensare le proprie difficoltà e affrontare in maniera efficace il proprio percorso di studi. «Si tratta di una caratteristica costituzionale – ha aggiunto poi la Dott.ssa Avellino, psicologa che collabora con l’AID – presente fin dalla nascita, di origine neurobiologica che deriva da una disfunzione delle aree corticali che dovrebbero assicurare l’automaticità di certi processi. Si sviluppa su quattro aree: la dislessia (disturbo specifico della lettura), la disortografia e la disgrafia (disturbo legato agli aspetti linguistici, difficoltà nello scrivere in modo corretto) e la discalculia (disturbo nel manipolare i numeri). La diagnosi, certificata da specialisti, il neuropsichiatra infantile, lo psicologo clinico e il logopedista, non viene fatta solitamente prima della fine della III elementare».
A chiusura del convegno, la viva e toccante testimonianza di Giacomo Cutrera, autore di “Demone Bianco: storia di dislessia”, oggi membro del comitato Direttivo AID. Giacomo, dislessico diagnosticato a 14 anni, si è laureato in ingegneria. Dalle poche, ma significative righe lette, tratte dal suo libro e dalle parole toccanti, vive e commoventi sono emerse tutte le difficoltà, vissute e superate, del percorso di studi del giovane ingegnere. A rappresentare l’amministrazione comunale segratese, il consigliere comunale Andrea Donati che, complimentandosi con i relatori, ha congedato il pubblico con questo invito: «Sono molto soddisfatto del successo della serata, mi sembra che tutti, genitori, alunni e insegnanti, abbiano apprezzato questa occasione che ho voluto organizzare nell’ambito delle attività promosse dalla Commissione Cultura di cui sono il Presidente. Mi auguro che si possa continuare su questa strada e che si possano presto creare altre opportunità di incontro e di scambio tra l’amministrazione comunale e i soggetti interessati a questo importante e delicato tema». Per maggiori informazioni sul tablet visitare il sito www.tabletascuola.net
C
ristiana Pisani

La rappresentante di AID la psicologa Avellino Donati Cutera e Iannacone

Nella foto: la rappresentante dell'AID (Associazione Italiana Dislessia), la psicologa Dott.ssa Avellino, Andrea Donati (presidente della Commissione Cultura - consigliere comunale segratese organizzatore della serata), Giacomo Cutrera (ingegnere dislessico e autore del libro Demone Bianco: storia di dislessia) e Marco Iannacone (segratese inventore del primo tablet per dislessici).