Segrate: l’immobile di via Gramsci sequestrato alla Criminalità diverrà una casa famiglia per persone in difficoltà

Per concretizzare il progetto il Comune dovrà aggiudicarsi 710 mila euro messi a disposizione dal PNRR per ristrutturare completamente la villetta, che potrebbe così ospitare fino a quattro nuclei famigliari

L'immobile di via Gramsci

L'immobile di via Gramsci

Da luogo simbolo della lotta alla criminalità organizzata a dimora ospitale per persone e famiglie bisognose. La villetta di via Gramsci 13 a Segrate, confiscata nel 2015 dall'Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata e ceduta al Comune, potrebbe diventare una dimora ospitale per persone e famiglie in difficoltà. «Ci sono famiglie con figli che chiedono sostegno e che cercano anche temporaneamente un alloggio dove potersi trasferire in attesa di trovare soluzioni adeguate – commenta il sindaco, Paolo Micheli -. In questi anni abbiamo più volte riprogrammato il futuro di questo edificio situato nel cuore della città senza mai veramente riuscire a concretizzare le tante idee che avevamo perché abbattere e ricostruire ha costi molto elevati». Per questo, nei giorni scorsi, il Comune ha elaborato una delibera con questa nuova proposta di housing sociale che potrebbe essere realizzata utilizzando 710 mila euro messi a disposizione dal PNRR. Il progetto, se il Comune riuscirà ad aggiudicarsi i fondi tramite il Distretto Sociale, prevede il recupero della villetta che diventerà una casa per l'accoglienza temporanea di nuclei familiari (fino a quattro) che si trovano in una situazione di grave emergenza abitativa. La novità rispetto a strutture analoghe già attive sul territorio, sarà la capacità di poter ospitare anche nuclei numerosi con tre e più figli. Il finanziamento europeo coprirà i costi della ristrutturazione e i primi tre anni di attività interna che dovrà essere affidata a un gestore. L'intervento prevede anche percorsi di accompagnamento all'uscita dall’emergenza, grazie alla collaborazione con il terzo settore e con la nostra comunità. «Segrate – conclude Micheli -, con questo intervento e con quello in fase di definizione di recupero dei capannoni dell'ex Fisher di via Morandi, ripensato con funzioni multi sport, può diventare un modello di efficienza per il recupero di beni confiscati alle mafie e restituiti alle comunità con finalità sociali».

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