Il gruppo giovani di Settala replica il musical ispirato a Don Bosco

«Una serata che ha aperto le danze della festa del paese» come ha commentato Don Antonio di Settala. Attraverso canzoni eseguite dal vivo, movimenti coreografici e parole, i protagonisti dello spettacolo hanno ripercorso la storia di quell’umile prete piemontese che nella sua vita ha cercato di fornire proprio ai giovani una struttura dove potersi incontrare. La vicenda di un parroco, un po’ rivoluzionario e un po’ sognatore, impegnato ad accogliere perseguitati politici, ad aiutare persone in cerca di lavoro e a sfamare le bocche di molti ragazzi che in un tempo di carestie e povertà non avrebbero avuto da mangiare. Una regia che ha voluto mettere in evidenza il carattere di Don Bosco. Un uomo di fede più propenso ad affrontare le sfide della vita quotidiana che a perdersi in elucubrazioni culturali. Un prete vicino ai giovani che deve cercare di salvare la proprietà del suo affittuario. Magari con il contributo di qualche ricco sì, ma pur sempre nobile nell’animo. Pena la rescissione di quel contratto d’affitto che gli permette di dare un tetto alle centinaia di persone che bussano alla sua porta. Nel corso dello spettacolo è stata data rilevanza anche al personaggio di Domenico Savio. Uno tra i più fedeli allievi di Don Bosco, morto a quindici anni e canonizzato negli anni Cinquanta.

Alessandra Moscheri