La birra Pratorosso a impatto zero: nel birrificio agricolo è arrivato il fotovoltaico

Dopo Cascina Gaita, anche per il birrificio Pratorosso è funzionante un nuovo impianto fotovoltaico. Ma le sfide continuano. E resta da valutare quanto sia opportuno utilizzare caldaie ecologiche, invece che a gpl, per la bollitura del mosto.

Birra a impatto zero. Da qualche settimana, per la produzione delle pregiate bevande a base d’orzo, a Pratorosso, viene sfruttata l’energia del sole. Da pochi giorni, infatti, nel micro birrificio di Settala, è attivo un nuovo impianto fotovoltaico. Un apparato che consente di trasformare l’energia solare in energia elettrica. Una scelta già adottata, da tempo, per le attività orticole e i processi lavorativi di Cascina Gaita. Una  decisione che permette alle imprese di risparmiare sui costi produttivi e, al tempo stesso, di contribuire all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica nell’aria. Il sistema implementato presso il birrificio settalese è di tipo grid connected e - secondo le dichiarazioni del titolare di Pratorosso, Achille De Ponti - copre un’area di circa 260 m². La potenza, invece, è attestata intorno ai 34 Kw. Ma l’attenzione all’ambiente e ai consumi non finisce qui. Perché dalle parole di De Ponti emerge la prossima sfida del gruppo. Quella di valutare i rischi e i vantaggi che potrebbero derivare dal passaggio all’utilizzo, nella fase di bollitura del mosto, di caldaie a combustibili ecologici. Come, ad esempio, il pellet.

Alessandra Moscheri