Peschiera, altro che accoglienza diffusa questa è un invasione programmata

La decisione del Prefetto va oltre la quota di 2,5 abitanti ogni 1000 abitanti tanto sbandierata; è finito il tempo del politicamente corretto

Il Prefetto di Milano

Il Prefetto di Milano Alessandro Marangoni


Il Prefetto di Milano Alessandro Marangoni con la sua decisione di inviare una ventina di clandestini nella frazione di Zeloforamagno si rimangia tutte quelle belle parole sull’accoglienza diffusa con le quali addossava ai comuni la responsabilità del momento. Non ci sono più regole, non ci sono più quote, a Peschiera Borromeo nella frazione che già ospita 44 profughi in via Togliatti, una Cooperativa ha affittato un grande appartamento di circa 200 metri nel quale saranno ospitati altri 20 migranti di cui non si sa praticamente nulla. Questa decisione fa saltare il banco e svela il grande inganno con il quale fino ad ora le Istituzioni hanno tenuto in scacco l’amministrazione comunale di Peschiera e la città intera. «Se non vi organizzate per  l’accoglienza diffusa – ha dichiarato più volte il Prefetto – sarò costretto a fare il centro accoglienza nella ex caserma di Bellaria» . La verità pare proprio un’altra, non potendo utilizzare l’area di Bellaria per motivi contingenti legati alla mancanza di autorizzazione della Commissione paesaggistica della città metropolitana che non si è ancora insediata; per il mancato pronunciamento del  dipartimento forestale della Regione Lombardia e dell’Agenzia regionale per l’ambiente, il Prefetto ha deciso di infischiarsene delle quote tanto sbandierate come eque e solidali e ha preso una decisione che svela l’ipocrisia di un sistema che sembra più preoccupato a elargire soldi pubblici alla lobby dell’accoglienza che a tutelare richiedenti asilo e cittadini residenti. Così nella indifferenza di molti cittadini, con la complicità delle forze politiche di sinistra, preoccupate a trovare soluzioni per  gestire l’accoglienza invece che a difendere la propria comunità, quella che sta avvenendo a Peschiera Borromeo è un accoglienza programmata che assomiglia tanto ad un’invasione programmata. L’amministrazione comunale deve mettersi in testa che è finito il  momento del “politicamente corretto”, dei toni pacati e accondiscendenti, dei tavoli intercomunali e delle commissioni sull’emergenza migranti tenute nelle stanze segrete. La soglia dei 2,5 residenti ogni 1000 abitanti è abbondantemente superata a Peschiera Borromeo, ancora di più se si pensa che i 64 migranti soranno ospitati tutti in unica frazione. Il Sindaco di Peschiera Borromeo Caterina Molinari e la sua maggioranza devono cambiare registro, perché per fermare questa invasione non bastano i comunicati stampa o le dichiarazioni contro altri sindaci del territorio. C’è la necessità di promuovere una mobilitazione generale, uscire dalle stanze segrete delle commissioni e cominciare a farle pubblicamente. Il Sindaco dovrebbe convocare un Consiglio comunale aperto,
dovrebbe promuovere una delibera di Consiglio bipartisan dove ogni gruppo consiliare si dovrà prendere le proprie responsabilità, per mettere nero su bianco che Peschiera Borromeo non è disposta a subire una vera e propria invasione. In mancanza di questo, i cittadini non capirebbero, e l’invito del sindaco di Peschiera, a non creare allarmismi rivolto ai cittadini e alla stampa durante lo svolgimento del Consiglio comunale di giovedì 27 settembre, potrebbe cadere nel vuoto.
Giulio Carnevale